ANPI: “Io non credo nei confini. Restiamo umani. Dedicato a Vik”.

Per ricordare la scomparsa di Vittorio Arrigoni, l’ANPI di Aprilia ha voluto dedicargli il mese di settembre tramite alcuni eventi.

Nel decennale dell’Assassinio di Vittorio Arrigoni (muore a 36 anni nel 2011), l’Anpi di Aprilia ha voluto dedicargli il mese di settembre e proporlo all’attenzione della Città come esempio di radicale, assoluto, partigiano amore per gli ultimi, di impavido paladino contro l’ingiustizia della Storia, di grande giornalista onesto e libero, di severo critico dell’Occidente e dei nostri Governi, cinici, ipocriti e indifferenti alle tragedie del mondo. Del resto il commercio delle armi è un affare colossale, irrinunciabileper le potenze tecnologicamente più avanzate.

Lo ricorderemo sabato 11 Settembre nello spazio aperto della sede ARCI LA FRECCIA (che ha collaborato con noi insieme a Dialogo Onlus) proponendo una rappresentazione teatrale,mirabilmente corredata da musiche ed immagini curate dal nostro Giancarlo Federico e con la regia di Gianfranco Iencinella,liberamente tratta dal libro “Gaza. Restiamo umani” di Vittorio Arrigoni. L’eterna tragedia di un popolo condannato ad essere cittadino senza diritti a casa propria o profugo in altri Stati.

La Performance sarà preceduta da una conversazione con  illustri ospiti: Luisa Morgantini (Assopace) e Yousef Salman(Rappresentante dei Palestinesi in Italia).

La Rappresentazione teatrale sarà poi riproposta Domenica 26 Settembre a Piazza delle Erbe nell’ambito della Manifestazione comunale “Salotti culturali”.  

Le ultime vicende di pura, tragica natura militare che hanno interessato prima (a Maggio) l’eterno conflitto Israele – palestinese e poi nel mese scorso (in Afghanistan) la presa del potere da parte degli ultraconservatori Talebani interrogano e impongono alle Istituzioni internazionali e ai Governi nazionali un radicale cambiamento nei rapporti tra gli Stati, una maggiore attenzione verso i problemi della Libertà e dei Diritti umani universali, la fine delle politiche di potenza, la fine del commercio delle armi. Le parole di Vittorio Arrigoni, nel suo Diario drammatico dei 22 giorni di “Piombo fuso” (2008 – 2009) nel territorio della Palestina si intrecciano con le altrettanti gravi domande scomode, ma schiette e precise, che un altro gigantedella Pace, Gino Strada, andava sciorinando in questi anni e faceva cadere pesantemente ma inesorabilmente sulle teste di unaclasse politica povera di idee, colpevolmente indifferente.

Due persone affini per carattere, forza e amore per i più deboli, detestavano l’uso e la fabbricazione delle armi e, soprattutto,l’intervento armato per ristabilire la Pace o per portare la Democrazia nel mondo. Non è un caso. Ai funerali di Vittorio Arrigoni a Bulciago (Lecco) il 25 Aprile del 2011 non c’era nessuno a rappresentare le Istituzioni, nessun rappresentante del Governo; alla camera ardente a Milano il 24 Agosto scorso a salutare Gino Strada (11.000 visitatori) non c’era nessun politico nazionale né delle Istituzioni. E’ tutto dire! Una politica nazionalespesso miserabile che non ha voglia né forse le capacità  di misurarsi con i temi forti che appartengono all’orizzonte  umano. Restiamo umani! È il grido di dolore e di speranza con cui Vittorio Arrigoni chiudeva i suoi pezzi giornalistici. Mai, come oggi, lo slogan appare così pieno di senso.

Chiara Ruocco       

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