Apre per la prima volta al pubblico la casa di Silvia a Recanati

“Con gli occhi di Silvia”: nuovo percorso leopardiano a Recanati nelle stanze dove ha vissuto la figlia del cocchiere di casa Leopardi (Teresa Fattorini), simbolo dell’amore leopardiano.

La Famiglia Leopardi apre per la prima volta al pubblico oggi  la ‘Casa di Silvia’, le antiche scuderie di Palazzo Leopardi dove visse Teresa Fattorini, la ‘Silvia’ del celebre canto. Figlia del cocchiere di casa Leopardi, morì a causa della tubercolosi nel settembre 1818, all’età di soli 21 anni.

Casa di Silvia a Recanati

Simbolo della giovinezza ricca di sogni e di promesse è la figura dove il poeta ritrova il dono più bello dell’adolescenza: l’attesa trepida e suggestiva dell’amore. Quiete e senso del futuro accomunano i due ragazzi che si guardano dalle rispettive case, lo sguardo di Silvia va al Palazzo, quello di Giacomo alla casa della ragazza.

La piazzuola del Sabato del Villaggio dove si aprono le due dimore, quella nobile del poeta Giacomo e l’umile di Silvia si immerge oggi in un sentimento eterno quanto vivo, fatto di forti passioni e di teneri ricordi. Un significativo obiettivo raggiunto dalla famiglia Leopardi, che lo scorso autunno aveva avviato la ristrutturazione dell’edificio fatto costruire da Monaldo Leopardi nel 1796.

Conte Vanni Leopardi

Il restauro delle scuderie, oltre alla messa in sicurezza dello stabile e al ripristino del colore originale dei prospetti, ha permesso di recuperare ambienti che amplieranno i percorsi di visita di Casa Leopardi con nuove sale espositive e l’abitazione di ‘Silvia’ composta da tre stanze: due camere da letto e una cucina arredate con mobilio e suppellettili originali dell’epoca.
Un significativo obiettivo raggiunto dalla famiglia Leopardi che, lo scorso autunno, in un periodo di particolare difficoltà per la regione dovuto al sisma,  aveva avviato la ristrutturazione dello stabile fatto costruire da Monaldo nel 1796.

Finestra di Silvia da cui guardava Giacomo

«Il restauro di uno degli edifici maggiormente legati alla poetica leopardiana e all’emotività di Giacomo, in un momento di tale fragilità per le Marche – ha dichiarato Olimpia Leopardi – è la nostra scommessa sul potere della cultura come motore per la ripresa del territorio. Abbiamo voluto dare un segnale di rinascita perché crediamo che la cultura non debba rimanere sotto le macerie. Lo abbiamo fatto con le nostre forze, ma anche grazie al prezioso contributo di tutti gli amici che hanno deciso di credere in questo progetto

Il restauro delle scuderie, oltre alla messa in sicurezza dell’edificio e al ripristino del colore originale dei prospetti, ha permesso di recuperare ambienti che amplieranno i percorsi di visita di Casa Leopardi con nuove sale espositive e l’abitazione dove, al tempo del Poeta, viveva Teresa Fattorini, la “tessitora” cantata da Giacomo col nome di “Silvia”.

Finestra da dove Giacomo guardava Silvia

Un progetto di recupero e valorizzazione importante, fortemente voluto dalla famiglia Leopardi: «Non ci siamo fatti abbattere dalla paura del terremoto né dal conseguente calo del turismo. – afferma il conte Vanni – Occorre andare avanti e superare al più presto questo momento di depressione per far ripartire le Marche. Ed è guardando al futuro che si ricomincia, con volontà e tenacia.»

A scommettere  con i conti Leopardi, sono stati in molti, tanto che per il restauro delle stanze di “Silvia”, tecnici e operai hanno prestato generosamente la loro opera. Il nuovo percorso, mai aperto al pubblico prima d’ora, per due mesi sarà visitabile gratuitamente (in abbinamento alla visita a Biblioteca e Mostra)  per decisione della famiglia e grazie al volontariato dei dipendenti di Casa Leopardi che con nobile slancio si sono resi disponibili a garantirne l’apertura.
La “Casa di Silvia”, inoltre, sarà uno dei punti di raccolta fondi per il progetto FAI di ricostruzione dell’Oratorio della Madonna del Sole, un capolavoro del XVI secolo sito a Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto (AP),  gravemente danneggiato dal terremoto del 24 agosto 2016. «Con il FAI condividiamo l’idea che la dignità e la forza morale di una comunità passano anche attraverso la sua cultura e la sua storia, – continua Olimpia Leopardi – e siamo felici di aver preso parte a questo progetto tenendo fede a quel sentimento di solidarietà nel quale Giacomo intravvedeva la grandezza degli esseri umani. Siamo certi che i nostri visitatori e tutti coloro che, come noi, credono nel potere della cultura per la crescita del proprio paese, daranno il loro contributo per il recupero dell’Oratorio e per dare un futuro a un pezzo di storia che appartiene a tutti gli italiani

Per la prima volta nella storia di Casa Leopardi, i visitatori potranno sperimentare una prospettiva insolita e del tutto inedita: non più “Silvia” con gli occhi di Giacomo, ma Giacomo con gli occhi di “Silvia”.

 

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