ANPI e Referendum: manca apertura sulle due posizioni

La sezione apriliana dell’ANPI critica la mancanza di dibattiti ed apertura al confronto tra le due posizioni del referendum

Nel pieno della Festa de L’Unità, la sezione ANPI di Aprilia “Vittorio Arrigoni” chiarisce la propria posizione sulla riforma costituzionale: lo fa senza lesinare qualche critica alla politica apriliana, “rea” di non saper orchestrare un dibattito tra posizioni diverse.

Dopo che una più attenta e pacata riflessione sta cercando di instaurare nel Paese un clima più civile e più rispettoso rispetto al delicatissimo tema referendario tra i fautori del SI’ e i fautori del NO e da più parti giungono appelli ad un dibattito sereno sul merito dei quesiti (ed è molto difficile soprattutto se interessi economici nazionali e internazionali continuano a deformarne il confronto), spiace che in una piccola realtà come Aprilia non si riesca ad immaginare e realizzare un onesto e democratico incontro tra posizioni diverse, all’interno anche dello stesso partito, al solo scopo di fornire ai cittadini elementi di informazione tali per cui, al momento del voto (quando sarà), possano esprimersi secondo “scienza e coscienza”. E il luogo più naturale sarebbe stato proprio la festa del Pd dedicata quest’anno al Referendum, all’”Italia che dice Sì”. Abbiamo sperato che sarebbero riusciti gli organizzatori a far sentire la voce anche dell’ “l’Italia che dice NO”. Sarebbe stato una bella, anche coraggiosa, apertura!

Trattandosi di Costituzione, di un patrimonio di valori indivisibile e fondativo (che appartiene a tutti), sarebbe stato, tra l’altro, un’iniziativa meritevole e rispettosa dello spirito costituente che riuscì nel ’46 – ’47 (gli amici del Pd lo sanno bene) ad aiutare l’altra metà degli italiani restii alla Repubblica a non sentirsi fuori dalla “casa comune”. Perché di questo si tratta, la Costituzione è “casa comune”. E invece NO! I responsabili della programmazione hanno ritenuto di dedicare il loro appuntamento annuale esclusivamente alle ragioni del SI’ e, contestualmente, di conseguenza, all’irragionevolezza del NO.

ANPI

Sarà anche per questo che l’ANPI non ha ricevuto neanche un cenno d’invito come avveniva da alcuni anni? C’era da aver paura? Avremmo semplicemente informato i cittadini che c’è una parte degli italiani che ha idee diverse sulla Riforma costituzionale, idee molto ragionevoli (che non sono quelle di far cadere il governo). Addirittura hanno anche proposte! Avremmo, forse, seminato qualche dubbio sulla bontà del SI’. Con estrema cortesia, da ospiti, s’intende.

Siamo molto preoccupati, qualunque sia il risultato. Nata impropriamente come volontà del governo (per giunta non eletto), presentata ai cittadini come indiscutibile panacea di tutti i mali con in aggiunta l’aiutino delle forze economiche e finanziarie, difesa strenuamente dal fortino governativo assediato dalle opposizioni, quella che doveva essere la più parlamentare delle riforme nella quale tutti gli italiani si dovrebbero riconoscere (e dovrebbero conoscere), si presenta ancora, nonostante qualche timido ravvedimento, come una sfida per il futuro contro i conservatori: con me o contro di me, e continua così a produrre inaccettabili e forse insanabili contrapposizioni tra italiani, che nulla o poco hanno a che fare con il merito della Riforma. Con tutto il rispetto per il lavoro degli organizzatori, crediamo che la scelta degli amici del Pd non contribuisca a ristabilire un clima di reciproco riconoscimento.

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