Emergenza acqua, i Grillini di nuovo all’attacco: “Cosa si è fatto per le periferie?”

A poco più di una settimana dall’incendio al dearsenizzatore, i grillini chiedono conto all’Amministrazione della situazione nelle periferie

L’emergenza acqua nata poco più di una settimana fa ha colpito tutto il territorio comunale, comprese ovviamente le periferie.

I grillini chiedono conto ora all’Amministrazione delle contromisure messe in campo in queste zone.

Ricordando che a partire dagli anni ’80 tanti sono i disagi registrati nelle borgate per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico:

“L’occasione ci è favorevole per far tornare a conoscenza dell’opinione pubblica, la situazione delle periferie.

Che continuano ad essere dimenticate da questa Amministrazione.

Molti non sanno che gran parte delle periferie non sono servite da Acqualatina, né per l’acqua né per le fognature.

Nonostante siano oggi considerati dei centri urbani.

Per le fognature c’è chi ha avuto la fortuna di essere vicino ai nuovi collettori, dove verrà realizzato il depuratore come opera di compensazione.

Sperando che non faccia la fine del palazzetto dello sport.

Oppure di risiedere nella metà fortunata del quartiere Selciatella, oppure attaccato alle condotte senza depuratori, etc…

La soluzione per il risanamento secondo la linea politica finora attuata da tutte le amministrazioni ad oggi è: per le fogne tutti gli altri si arrangino in consorzi privati o da singoli, altrimenti mandiamo lettere di sanzione.

E per l’acqua?

Ci chiediamo per l’acqua potabile nelle periferie cosa sia stato fatto“.

Oltre 250 i pozzi presenti nelle borgate

Il problema maggiore delle periferie, stando alla nota del gruppo 5 Stelle, riguarda i numerosi pozzi presenti in queste parti di territorio apriliano.

Pozzi scavati nel terreno, della cui acqua non si hanno dati certi:

“Già perché molti cittadini che hanno costruito, o nel tempo acquistato immobili in queste zone periferiche, si servono di pozzi.

E lì sono presenti tanti pozzi quante sono le case!

Pensate che solo tra il quartiere La Cogna e Fossignano, nel periodo in cui preparammo le osservazioni contro la discarica Paguro e studiammo approfonditamente la zona, ne contammo circa 250, solo tra quelli censiti.

Provate ad immaginare quanti piccoli fori nel terreno!

Spesso l’acqua dei pozzi è inquinata da batteri.

Ma potrebbe contenere chissà cos’altro, visto l’abbandono del territorio a livello ambientale, le varie discariche abusive disseminate qua e là, e l’assenza di impianti fognari.

Spesso quindi per un motivo o un altro, l’acqua del pozzo non rientra nei limiti di potabilità previsti dal D.lgs 31/01.

Per questo, i cittadini attenti, ogni anno devono farla analizzare ed eventualmente provvedere in proprio alla depurazione, qualora abbiano la disponibilità economica di pagarsi un impianto di depurazione privato.

Oppure, a coloro che questa disponibilità non ce l’hanno, non resta che intervenire sul pozzo con metodi casalinghi e non bevendone l’acqua”.

I problemi delle falde acquifere

Altro grave problema delle zone periferiche sono le discariche abusive che hanno contaminato il terreno.

L’ultima scoperta è quella di via Corta, le cui conseguenze a livello ambientale lasciano tutti col fiato sospeso:

“Inoltre, sempre a proposito di tutela delle falde acquifere, non abbiamo notizia di come e se siano stati eseguiti dei prelievi per monitorare la falda che corre sotto la “new entry” discarica di via Corta.

Ricordiamo che, in virtù del D. Lgs. 195/2005, i dati ambientali audio visivi e analitici sono pubblici.

E che proprio in base al citato D. Lgs. sarebbe stata doverosa una comunicazione in merito almeno agli abitanti limitrofi a detta discarica.

Dove sono ora gli assessori di zona che chiedevano i voti con i quali sono stati eletti?

Anche se non ci sono fiamme e fumo, non vuol dire che non stiamo correndo pericoli!

E che fine ha fatto la lotta per l’acqua pubblica?”

Rendere pubblici i risultati delle analisi

La richiesta finale dei grillini, con annessa critica per lo scarso numero di autobotti presenti sul territorio, riguarda i dati delle analisi effettuate in questo periodo.

In modo da avere chiara una volta per tutte la situazione dell’acqua nel Comune di Aprilia:

“Cogliamo l’occasione per rivolgerci al Sindaco e all’Assessora all’Ambiente Lombardi, affinché rendano pubblici i punti di caratterizzazione.

Così come è stato fatto per la Ecox dall’Asl, dall’Arpa e dai Comuni.

Chiediamo, altresì, che siano rese pubbliche le analisi dei diversi prelievi effettuati dopo l’incendio del dearsenizzatore, sia all’acqua dell’acquedotto che a quella che è stata distribuita attraverso il troppo esiguo numero di autobotti.

Ricapitolando, si è fronteggiata la non potabilità dell’acqua, a causa dell’incendio del 12 u.s., con 1 sola autobotte a disposizione della città dalle ore 14:30 del 13 agosto (http://www.comunediaprilia.gov.it/art.php?id=9548) al 15 agosto.

Data in cui è comparsa la seconda autobotte di Acqualatina.

E con una terza autobotte solo dal 18 agosto”.

di Massimo Pacetti

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