Gli obiettivi del Consigliere Lombardi:”Un anno e mezzo per la tariffa puntuale a regime. E Aprilia può ridurre di altri 50 kg la produzione di rifiuti”

Tari, tariffa puntuale, riduzione ed impatto ambientale: abbiamo analizzato alcuni degli aspetti legati al tema rifiuti con il Consigliere Alessandra Lombardi

Il tema dei rifiuti può essere affrontato da tanti punti di vista: fiscale (Tari, tariffa puntuale), sociale (riduzione, impatto ambientale), economico (aziende che li lavorano).

Con il Consigliere Alessandra Lombardi, a cui è stata affidata la delega alla riduzione dei rifiuti, abbiamo cercato di esaminarne alcuni.

Foto di Matteo M. Munno – Rip. Riservata

Consigliere Alessandra Lombardi si è tanto discusso del suo emendamento per il ricalcolo della Tari in base alla quota variabile. Si aspettava tutto questo clamore?

C’è stata un’attenzione molto strumentale su quell’atto, cosa peraltro prevedibile. Lo si voleva far passare come un segnale di crisi della maggioranza, mentre il mio unico intento era ristabilire un principio. Ma è chiaro che politicamente era un’occasione ghiotta per l’opposizione.

Ha scelto di non presentare quell’emendamento perché, dal prossimo anno, Aprilia dovrebbe dotarsi della tariffa puntuale sulla Tari. Cioè?

Io avevo proposto di stabilire il principio secondo cui il numero di persone presenti nel nucleo familiare incidono sulla produzione dei rifiuti più dei metri quadri di una casa. Case grandi possono ospitare anche una sola persona, mentre case più piccole possono essere abitate da un elevato numero di componenti del nucleo familiare. Era una scelta basata, ripeto, su un principio. Mentre la tariffa puntuale è una cosa totalmente differente. Su questo tema mi aspetto tante Commissioni, perché è un aspetto che nasconde tanti tecnicismi. C’è da scegliere su quale tipologia di rifiuto concentrare il calcolo della tariffa; poi vanno analizzati i meccanismi per effettuare i controlli; in seguito c’è l’analisi della volumetria media di ogni svuotamento. Sarà una cosa da attivare a step, come è stato per la differenziata, solo che non ci sarà bisogno di incontri pubblici per spiegare il nuovo meccanismo visto che si tratta di qualcosa che riguarda più gli uffici comunali che i cittadini. Ragionevolmente possiamo pensare ad un anno e mezzo per andare a regime.

A lei è stata affidata la delega per la riduzione dei rifiuti. A che punto è Aprilia sotto questo aspetto?

Nel 2010 eravamo a 516 kg pro capite di rifiuti prodotti, nel 2017 siamo passati a 470, mentre non ho ancora a disposizione il dato di quest’anno. Ma già questi 46 chili sono una bella dieta dimagrante per le pattumiere apriliane. C’è poi da dire che nel dato del 2010 c’erano anche i rifiuti indotti, quelli derivati dagli abbandoni indiscriminati, che ora sono drasticamente diminuiti. Un obiettivo realistico per la nostra città potrebbe essere un’ulteriore -50 kg. Traguardo raggiungibile se dal Governo centrale arrivassero delle leggi mirate.

Però il Governo centrale sembra più orientato ad aprire nuovi inceneritori.

Ed è una cosa che va contro le direttive europee, che prevedono gli inceneritori come penultimo passaggio nel percorso di lavorazione dei rifiuti. Dopo c’è solo il conferimento in discarica dei materiali inceneriti. Aprire nuovi inceneritori rischia di mandarci incontro ad una procedura di infrazione in ambito europeo. Il ricorso che ha fatto il Movimento Rifiuti Zero contro l’articolo dello Sblocca Italia che prevede, appunto, nuovi inceneritori, è stato giudicato ammissibile ed inviato alla Commissione Europea. Serve più preparazione per affrontare in maniera adeguata determinati argomenti. E soprattutto, per evitare queste situazioni, serve che i territori si facciano sentire. A Brescia, dove l’inceneritore è al centro della città, nessuno è favorevole alla sua presenza. E dovrebbe far riflettere il fatto che Brescia sia la città con la più alta incidenza tumorale in Italia.

Secondo lo studio epidemiologico commissionato dal Comune, anche ad Aprilia l’incidenza tumorale preoccupa. Anche da noi sono gli impianti legati al ciclo dei rifiuti la causa?

I tempi non coincidono. Lo studio epidemiologico fa riferimento ad un arco temporale in cui questi impianti non c’erano, e i dati riguardano zone che tra l’altro si trovano a distanza considerevole dalle aziende che trattano rifiuti. Mi sembra piuttosto sciocco collegare le cose. Farei più riferimento alle industrie a rischio rilevante e quelle chimico farmaceutiche installate sul territorio prima dell’entrata in vigore del testo unico ambientale, ed aperte con i soldi della Cassa del Mezzogiorno. La stessa agricoltura intensiva non va sottovalutata come causa: una delle categorie più a rischio di tumore ai polmoni sono i contadini, non è un caso. L’utilizzo di pesticidi ed altri prodotti pericolosi credo abbia avuto una incidenza maggiore.

Questione rifiuti romani: c’è chi propone di ridurre, in sede di rinnovo Aia previsto nel 2020, la capacità di lavorazione di Rida Ambiente. È una strada percorribile?

Sono decisioni che spettano alla Regione. L’Amministrazione di Aprilia si oppose con due documenti all’ampliamento di Rida: uno redatto dal tecnico dell’Urbanistica ed uno del Sindaco, entrambi davano parere negativo per tutta una serie di motivazioni tutt’altro che futili. Ma nessuno dei due è stato preso in considerazione. Chiedemmo anche il divieto di stoccaggio all’aperto per evitare il rischio incendi: parliamo del 2013, ben lontani dalla Eco X o dal TMB Salario. Ma anche questo aspetto fu ignorato. Nel documento firmato dal Consiglio Comunale chiedemmo di riconvertire queste aziende in impianti di recupero di materia. Rida ha seguito tutto l’iter legale per arrivare al tonnellaggio che le è stato concesso, che le si imponga di ridurlo la vedo difficile. La riconversione, invece, potrebbe essere una strada praticabile.

Il Comune di Aprilia ha impostato, da alcuni anni, la politica del Rifiuti Zero. Quali sono i passaggi da mettere in opera per dare seguito a questo impegno?

La cosa più importante è l’informazione: la partecipazione alle settimane europee per la riduzione dei rifiuti, i progetti nelle scuole, chiarire i fraintendimenti sulle direttive. E poi gli incentivi per la riduzione degli imballaggi, la pubblicizzazione delle attività commerciali che producono meno rifiuti. Ci sono inoltre tanti piccoli accorgimenti che ognuno di noi può mettere in campo per dare il proprio contributo: dei filtri per l’acqua del rubinetto aiuterebbero a ridurre la plastica; minicompostiere ed essiccatori potrebbero favorire il compostaggio domestico. Le ordinanze sindacali vietano già l’utilizzo delle plastiche monouso durante le feste. Ma il problema più grande rimane il controllo di un territorio vasto come quello di Aprilia. Ciò non vuol dire che non si debba comunque lavorare in questa direzione.

 

di Massimo Pacetti

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