L’ANPI chiede una Aprilia “aperta ed accogliente”

La ribalta nazionale per il caso del marocchino morto a Campo di Carne riporta in auge il problema dell’accoglienza. L’ANPI chiede a forze politiche e sociali di “far sentire pacificamente la propria voce”

Continua ad essere al centro dell’attenzione il caso dell’uomo marocchino morto la notte scorsa a Campo di Carne.

L’ANPI, chiamata in causa sul tema dello Sprar, decide di intervenire per rimarcare la deriva che, secondo i responsabili della sezione “Vittorio Arrigoni”, sta prendendo la città di Aprilia sulla spinta di quanto accade nel resto d’Italia.

Secondo il Presidente Filippo Fasano, infatti, quanto accaduto a Campo di Carne è il sintomo della

“mala pianta della xenofobia, del razzismo e della giustizia “fai da te” quotidianamente alimentata”.

Dunque colpa della propaganda messa in atto dalla destra, anche locale.

Una ideologia che, accostata alle leggi razziali approvate 80 anni fa dal regime fascista, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia si propone di superare:

Questa destra – spiega Fasano – va sconfitta da una società civile aperta e accogliente.

Alla quale tante volte abbiamo dato atto di aver scritto per Aprilia una storia grande di convivenza multiculturale e pacifica.

Va sconfitta anche da una politica che, anziché cercare capri espiatori come nella peggiore e orribile esperienza europea del secolo scorso e che dimostra semplicemente la sua incapacità di governo, individui veramente i problemi della Città.

E, insieme ai cittadini, veda di risolverli”.

Ovviamente l’ANPI è pronta a fare la sua parte.

Consapevole però che l’unico modo per soppiantare l’ideologia dell’esclusione con quella dell’inclusione è quella di collaborare con altri che la pensino allo stesso modo:

Proporremo a tutte le forze sociali, politiche, culturali, democratiche della nostra città, di far sentire pacificamente la propria voce.

Non vogliamo cedere alla paura e all’odio.

Ci riconosciamo nella nostra Costituzione Repubblicana.

Crediamo nelle nostre Leggi, nel rispetto, nella giustizia, nell’amicizia dei Popoli, nella Pace.

Restiamo umani”.

di Massimo Pacetti

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