La Provincia si schiera: “No a nuove discariche”

La Provincia, tramite il delegato Bartolomeo, puntualizza sul piano provinciale dei rifiuti

Dopo l’anticipazione fornita da Vincenzo Giovannini – consigliere comunale e provinciale – arriva la conferma: la Provincia è contro la discarica. A scriverlo a chiare lettere è il delegato all’ambiente, Sandro Bartolomeo, in una lunga nota diramata dall’Ente.

Il tema dei rifiuti in provincia di Latina e, più in generale, nel Lazio, va portato avanti con un confronto serio che porti ad una decisione quanto più possibile condivisa sulla organizzazione che le istituzioni saranno chiamate a dare all’interno dei propri ambiti. E non è un caso che la Provincia di Latina, già da diversi mesi, ha portato in Consiglio uno schema di piano che va nella direzione di una concertazione ampissima visto che verrà discusso in una prossima conferenza dei sindaci, al rientro dalla pausa estiva.

Questo va detto per fugare ogni dubbio sul fatto che lo schema di piano provinciale dei rifiuti, che di fatto è stato redatto sulla base delle indicazioni poste in essere dalla Regione Lazio, sia uno strumento attualmente in vigore. Non è così.
Discutere dunque degli effetti che lo stesso piano potrebbe avere su singole situazioni territoriali è un errore e una perdita di tempo. Bisogna inoltre, ad onor del vero, fugare ogni dubbio su un altro fatto: i famosi schemi che individuano, secondo qualche lettura poco attenta, le aree idonee ad ospitare eventuali discariche non sono altro che una “fotografia” redatta dai tecnici dell’ente sulla base delle indicazioni date dalla Regione Lazio. Questa “fotografia”, tuttavia, non rappresenta in alcun modo la volontà dell’amministrazione provinciale chiamata appunto a decidere e dare linee di indirizzo sulla base di quello schema. E le linee di indirizzo, per quanto ci riguarda – prosegue Bartolomeo -, sono assolutamente chiare: no ad impianti di termovalorizzazione o altro tipo di impianti di incenerimento dei rifiuti, no a nuove discariche.

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Questo aspetto deve essere chiaro. Così come devono essere chiari almeno altri due concetti: il piano parla dell’istituzione di un ambito provinciale dei rifiuti, un sub-ambito rispetto a quello regionale, che consenta alla provincia di Latina di essere autonoma sul piano decisionale e organizzativo. Questo significa semplicemente: tre stazioni di trasferenza (stazioni di trasferenza, non discariche) suddivise su tre aree del territorio provinciale, a nord, centro e sud.

Queste stazioni sono aree di servizio dove viene ottimizzata la raccolta differenziata ed organizzato il conseguente trasferimento dei rifiuti destinati alla termovalorizzazione (da dove non può essere più recuperato alcun materiale) negli impianti già esistenti previsti dal piano regionale ossia San Vittore e Colleferro. L’obiettivo è semplice: niente più business sui rifiuti e quindi rivisitazione totale dei costi e delle tariffe e stop al “turismo” dei rifiuti con i camion che viaggiano lungo tutta la provincia con l’inquinamento ambientale che ne consegue.

Questa precisazione era doverosa anche in virtù di alcuni interventi e delle interviste rilasciate da qualche esponente politico che oggi, penso ad esempio al consigliere regionale Simeone, offre consigli e sprona l’amministrazione regionale e provinciale a prendere decisioni ed intervenire dopo anni di immobilismo e di governo in provincia della sua parte politica. Una parte politica che puntava, nero su bianco con tanto di studi ad hoc, alla realizzazione di un inceneritore. Il nostro piano provinciale dei rifiuti, che verrà discusso a breve con i sindaci e che quindi, lo ribadisco, non è operativo e non può incidere su situazioni attuali – conclude il consigliere provinciale -, non prevede nuove discariche, non prevede inceneritori, prevede lo stop al turismo dei rifiuti e cerca di dare una soluzione concreta al territorio puntando su una reale autodeterminazione che, speriamo anche grazie ad un maggiore dialogo con la Regione Lazio che ha poi totale potere decisionale in materia, ci consentirà di ridimensionare anche i costi per i cittadini“.

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