L’ex Consigliere Bafundi: le rivelazioni dopo le dimissioni

Abbiamo incontrato oggi l’ex Consigliere Giovanni Bafundi, parlando delle sue dimissioni e del futuro politico della città

Era dallo scorso 10 febbraio che Giovanni Bafundi, ormai ex Consigliere Comunale nelle fila dell’opposizione, non appariva sulla scena pubblica.

Dal giorno, cioè, in cui rassegnò le sue dimissioni per protesta nei confronti della decisione adottata dall’Amministrazione riguardo la questione Asam.

Nel primo pomeriggio di oggi lo abbiamo incontrato e abbiamo toccato con lui i temi più attuali della realtà politica apriliana.

Domani avrà luogo il primo Consiglio Comunale dopo le sue dimissioni. Qualche ripensamento?

“No, nessun ripensamento.

Anzi, oggi sono ancora più convinto di aver fatto la cosa giusta.

Avevamo messo su quell’Azienda sicuri di aver fatto un’ottima cosa.

Abbiamo dato certezza e futuro a dipendenti di aziende private che non potevano dare loro le stesse garanzie.

Ci sono stati dei costi, che all’epoca sembrava giustificato sostenere.

Purtroppo il tempo ci ha dato torto.

Ma quelle quattro aziende, perché l’Asam non fu l’unica, erano nate dopo un’attenta riflessione, eravamo tutti convinti di aver fatto qualcosa di positivo per la città.

Ci credevamo in quel progetto, per questo noi dell’opposizione abbiamo presentato una delibera per salvarlo.

Lo stesso Assessore Mastrofini riconobbe la validità di quell’iniziativa.

Resta da capire perché è stata bocciata allora, mettendo a repentaglio i lavoratori e le loro famiglie.

I Consiglieri che hanno votato a favore della liquidazione dovranno prendersi le loro responsabilità.

Va ricordato che fu aperto un mutuo vincolato alla Multiservizi, ma di quei soldi non c’è traccia.

Ci è stato detto che ci sarebbero 4 milioni di Euro per l’Asam, il cui bilancio è invece di poco più di 300.000 €.

Ma è comunque un bilancio attivo, non capisco perché chiudere un’azienda che chiude in positivo.

Si tratta di scelte ingiuste ed incoerenti con quanto lo stesso Sindaco, all’epoca Assessore, e gli altri membri di quella Amministrazione hanno fatto.

Bisogna ancora capire perché un’azienda attiva viene chiusa, perché bisogna dare a dei privati ciò che invece funziona bene con il pubblico.

Non me la sentivo di buttare a mare un progetto nel quale ho creduto sin dall’inizio.

Mi sono dimesso ancora prima di votare sull’esecutività del decreto della maggioranza.

E sono convinto di di aver fatto la cosa giusta”.

Lei ha capito perché la maggioranza non ha voluto prendere inconsiderazione altre vie? Il motivo dell’intransigenza verso la liquidazione?

“In un passaggio di quel Consiglio Comunale chiesi direttamente al Sindaco di rispondere ai miei quesiti.

E lui mi rispose “Ve la sentite voi dell’opposizione di votare a favore di una voce di 9 milioni nel bilancio?”

Da lì ho capito che non c’erano spiragli per la nostra proposta.

Un’azienda che ha 12 milioni di debiti ed un mutuo di 11.900.000 € sulle spalle non concede alternative per recuperare quei soldi.

Solo chiudendola farebbero tornare quei 9 milioni di Euro nelle casse del Comune.

Feci anche i miei complimenti all’Assessore Mastrofini in quel passaggio, perché questa operazione segnava il suo passaggio da tecnico a politico.

Quando, però, questa Azienda finirà in mano ai provati bisognerà vedere quante delle garanzie che hanno fornito ai dipendenti potranno realmente essere mantenute.

Non credo che verranno salvaguardati tutti i posti di lavoro, perché non è così facile portare tutti alla Progetto Ambiente.

Rimane ancora un anno di governo a questa Amministrazione, non credo riusciranno a ricollocare tutti i dipendenti dell’Asam.

Me lo auguro, ma non ne sono affatto convinto”.

Quali altri rischi, oltre quello certamente più importante della ricollocazione del personale, potrebbe correre la città con la liquidazione dell’Asam?

“Il rischio maggiore, che la maggioranza nega, è certamente quella che riguarda il cimitero.

Ad oggi i costi dei loculi sono accessibili rispetto ad altri Comuni.

Con l’avvento i privati è ovvio che i prezzi aumenteranno.

Sarà la città a pagare, in tutti i sensi, le conseguenze di questa scelta.

L’altro problema saranno i costi delle manutenzioni.

Per ora c’è solo quello dello stipendio dei dipendenti, con i privati ci saranno altre spese da sostenere.

Lieviteranno tutti i costi, è inevitabile.

Latina sta andando nella direzione delle municipalizzare, da cui noi stiamo scappando.

Se un Comune così grande sta andando verso questo tipo di soluzione invece di affidarsi ai privati un motivo ci sarà.

La prossima Amministrazione, sperando che non sia questa, dovrà affrontare delle scelte importanti su questo tema”.

Quale aspetto di questa maggioranza la convince meno nel modo di amministrare la città?

Siamo sempre stati un’opposizione propositiva, non abbiamo fatto il nostro lavoro tanto per fare.

Raramente, però, sono state accettate le nostre iniziative.

Non abbiamo mai fatto proclami, sono loro che hanno cavalcato onde create da bugie.

Ogni componente di questa maggioranza si sente sindaco di sé stesso.

I problemi che si presentano in ogni assessorato vengono gestiti in maniera autonoma.

Siamo in mano ad una maggioranza non compatta, in cui ogni singolo gestisce sé stesso.

Il motivo per cui danno questa immagine di compattezza è per riottenere la nomina alle prossime elezioni.

La mia coscienza mi ha detto che non aveva più senso far parte di una Amministrazione gestita in questo modo.

Se mi ripresenterò alle prossime elezioni saranno i cittadini a scegliere se farmi ancora partecipare all’Assemblea o meno”.

È notizia di ieri che le aliquote della Tari si ridurranno. Almeno questo risultato positivo può essere riconosciuto all’Amministrazione?

L’Assessore Mastrofini ha detto che c’è stato un aumento degli introiti per cui è stato possibile diminuire le aliquote della Tari.

La legge dice che l’entrata deve essere commisurata al consumo.

L’Assessore, però, ha dimenticato di annotare la nuova multa che è arrivata all’Amministrazione.

L’abbassamento della Tari si deve all’impegno delle famiglie.

Perché sarebbe stato molto più conveniente fare delle isole ecologiche basate sul principio della differenziata, invece di riempire le case con quei secchi a cui è difficile persino trovare posto.

Le nostre famiglie avrebbero comunque mantenuto il loro impegno nel compiere il lavoro di differenziazione dei rifiuti”.

Inevitabile chiederle un commento sulla vicenda che negli ultimi giorni ha investito il Sindaco Antonio Terra.

“Molte volte ho detto che quando qualcuno sbaglia deve sapere dov’è l’errore è stato commesso.

Se oggi si è arrivati ad una inchiesta, chi è inquisito deve dimostrare di aver agito in buona fede.

La sto guardando dal di fuori, da semplice cittadino.

E come tale mi sarei posto un quesito: chi ha portato quella delibera in Giunta e l’ha votata, si è effettivamente reso conto di cosa si stava discutendo?

Non è compito mio dire se sia una bolla di sapone o una questione più seria”.

Cosa si aspetta in questo ultimo anno di Amministrazione Terra?

“Come per tutte le Amministrazioni, l’ultimo anno è quello della campagna elettorale.

Non mi meraviglierei di vedere tutti i lavori arretrati portati a termine in poco tempo.

Ma quattro anni di amministrazione non si cancellano in 7-8 mesi.

La cittadinanza valuterà nel complesso il lavoro di questi quattro anni, non si farà fuorviare.

Si dovrà tenere conto delle cose buone ma anche dei tanti errori commessi.

Alcuni dei quali di proporzioni davvero notevoli.

I progetti fermi, quelli riusciti male, i tanti errori a cui si è cercato di porre rimedio in modo approssimativo.

La gente è pronta a guardare oltre al fumo che le viene gettato negli occhi durante l’ultimo anno.

E lo stesso discorso vale anche per l’opposizione, non dimentichiamolo.

Se le persone non percepiscono presenza attiva da parte dell’opposizione, mandano a casa anche chi sta dall’altra parte”.

Quali dovrebbero essere le priorità per la futura Amministrazione?

I servizi.

Soprattutto in periferia.

I soldi delle sanatorie vanno investiti immediatamente.

Ma nella zona da cui arrivano.

È per questo che sono arrivate in comune migliaia di pratiche per le sanatorie.

I cittadini sono pronti a rimettersi in regola e a creare le condizioni per migliorare la zona in cui vivono.

Poi, naturalmente, ci sono le azioni da compiere nel quotidiano.

E per quelle basterebbe la Multiservizi, perché per fare le gare ci vuole tempo.

Ma il tempo per fare lavori necessari nel quotidiano non possono attendere i tempi delle gare”.

Qual’è il futuro politico di Giovanni Bafundi?

Sono ancora Commissario Provinciale del mio partito.

Sto collaborando con i colleghi, sia del partito che della lista in cui sono stato eletto.

Come amministratore venivo stimolato dai cittadini ad agire; oggi sono cittadino e cerco di stimolare chi ricopre cariche amministrative.

Anche un semplice cittadino può fare politica.

L’importante è che ci sia trasparenza nell’Ammnistrazione.

Basta avere qualcosa da dire per fare politica.

Mi resta comunque un’ultima cosa da dire alla maggioranza.

Si deve avere maggior coscienza in ciò che si fà quando si ricoprono determinati ruoli.

Bisogna essere onesti con sé stessi e capire se realmente si è in grado di fare questo tipo di attività.

Altrimenti bisogna fare un passo indietro.

Non è il titolo che fa di una qualsiasi persona un Assessore, ma la capacità amministrativa.

E nell’attuale maggioranza non tutti la posseggono.

Ci sono delle persone capaci, non posso assolutamente negare questo.

Ma alcuni sono svogliati.

E sono questi che i cittadini non vogliono più”.

di Massimo Pacetti

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