“Progetto Freddindustria: uno scempio urbanistico”

Il consigliere Vincenzo La Pegna definisce il progetto riguardante l’ ex Freddindustria come uno “Scempio Urbanistico”

Il consigliere La Pegna Vincenzo di Aprilia valore comune, facendosi portavoce dei consiglieri Boi Roberto e Galanti Albina, e dell’ex consigliere Chiocca Vincenzo, dichiara con fermezza che per l’ennesima volta si prova a compiere un nuovo “scempio urbanistico”.

“Con la solita strategia speculativa dell’ Emergenza Ambientale.

Nei paesi cosiddetti normali, il proprietario di un sito inquinato ed igienicamente non salubre è costretto a propria cura e proprie spese alla bonifica e messa in sicurezza del sito.

Nella “repubblica delle banane” della quale il comune di Aprilia sembra far parte, invece di imporre la legge a chi ha acquistato tale terreno, si rende complice.

Facendolo passare come un vantaggio per la città, ciò che invece è una macroscopica speculazione edilizia.

Il tutto invece, visto sotto la trasparente luce della onestà intellettuale, si eleva al ruolo di un enorme danno alla collettività.

Mi spiego meglio.

Tale area risulta nel vigente PRG a F1 destinato a servizi pubblici, uffici, luoghi di culto, scuole, attività ludico- ricreative.

Quindi nasce con la specifica destinazione di dare servizi essenziali e necessari ai quartieri limitrofi, oggi già densamente popolati.

Quindi appare del tutto fuori luogo e a dir poco illogico che si pensi a sottrarre ai cittadini gli spazi essenziali garantiti dalla legge.

Appare quantomeno strano che l’Assessore all’ urbanistica Franco Gabriele dice, dichiarando attraverso i quotidiani:

“che sono state tagliate le cubature”.

Tentando di far passare il falso messaggio che il sito in questione avesse già una cubatura residenziale.

Cosa che invece assolutamente non ha.

Si intende ribadire che l’area è destinata a cubatura solo ed esclusivamente a servizi per la collettività.

Per cui a questo punto bisogna sollecitare l’assessore ad essere trasparente nelle comunicazioni e dire le cose come stanno e cioè :

1) l’area è a servizi pubblici;

2) il comune non ha nessun obbligo nei confronti dell’imprenditore;

3) l’imprenditore, in quanto proprietario dell’area in questione, ha l’obbligo di bonificare e mettere in sicurezza a propria cura e spese suddetti spazi;

4) il comune ha il compito di far rispettare con gli strumenti di Legge, tali obblighi.

Il PRG vigente prevede l’obbligo di mantenimento delle quote dei servizi rapportate alle cubature edificate e da edificare.

E non la delocalizzazione dove non sono immediatamente fruibili dalla collettività alla quale sono destinate.

Oggi una domanda sorge spontanea.

Questa società ha provato ad infilarsi con il “piano casa”, bocciato dalla Regione Lazio e successivamente dal TAR di latina.

La motivazione data è che non si possono trasformare aree a servizi pubblici in aree edificabili residenziali.

Cosa è cambiato adesso?

Che si utilizzano altri sistemi a dir poco ambigui per ottenere lo stesso risultato?

Inoltre in sede di approvazione del PRG dal 1971/73, si sanciva che tale PRG non poteva essere oggetto di altre trasformazioni in base alla sua armonizzazione ed omogeneizzazione.

Fino al raggiungimento dei 90 mila abitanti equivalenti.

Il comune di Aprilia, attraverso i Piani Casa, Piani Integrati e la Variante di recupero, oggi potrebbe edificare per  più di 200 mila abitanti equivalenti.

Significa quindi che questa Amministrazione, dovrebbe preoccuparsi di reperire i servizi ai cittadini e non sottrarli agli stessi.

Per quanto innanzi ci opporremo con forza a tale scempio anche facendo ricorso nel caso anche all’Autorita Giudiziaria”.

di Anna Catalano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *