Amatrice torna ad ospitare la sagra degli spaghetti all’Amatriciana

A due anni dal sisma, la città torna a celebrare il piatto che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Sarà l’edizione della Ripartenza

Amatrice si rialza grazie al prodotto che l’ha resa celebre in tutto il mondo: il sugo all’Amatriciana.

Tra poche settimane tornerà infatti la Sagra degli spaghetti all’Amatriciana, le cui ultime due edizioni sono state cancellate dal sisma del 24 agosto 2016.

Il ritorno della festa, che proprio due anni fa doveva celebrare la sua 50esima edizione, porterà di nuovo Amatrice alla normalità.

Anche se, come ha affermato l’attuale Sindaco Filippo Palombini, quella data segnerà per sempre la storia della città:

Inutile nascondere che nulla sarà come prima.

E che per sempre ci sarà ‘un prima e un dopo’ a quel 24 agosto.

Il prima è finito proprio quando eravamo pronti per festeggiare la 50esima edizione della nostra festa più popolare, la sagra degli spaghetti all’amatriciana.

Oggi non abbiamo ancora la voglia di festeggiare, ma di sicuro abbiamo tutti bisogno di iniziare ‘il dopo’.

La nostra sagra in questo può rappresentare una grande occasione.

Per questo l’edizione 2018 l’abbiamo chiamata ‘la Ripartenza’.

Un evento, quello della Sagra dell’Amatriciana, che ha rappresentato per tanti anni uno dei momenti più importanti per la vita di Amatrice, soprattutto dal punto di vista del turismo.

Anche per rilanciare questo importante settore, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha sottolineato il peso che avrebbe riportare l’evento in città:

Per tanto tempo questa sagra ha attirato migliaia di turisti, incuriositi da una ricetta che ha saputo volare oltre i confini nazionali conquistando notorietà e fama.

Per questo stiamo lavorando affinché quest’anno l’iniziativa si svolga ad Amatrice alla fine del mese di agosto, ovviamente nel rispetto di tutte le condizioni di sicurezza.

Lanceremo così un altro segnale importante alle comunità locali, che faticosamente e caparbiamente vogliono tornare alla normalità.

di Massimo Pacetti

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