Caso Eco X: scelti bioindicatori naturali per monitorare gli incrementi di diossina

Il Comune ha approvato la proposta dell’ISDE di utilizzare studi sulle api come bioindicatori per capire le conseguenze della nube tossica

Saranno bioindicatori naturali a svelare le reali conseguenze dell’incendio alla Eco X di Pomezia.

A quasi due mesi dal rogo che ha destabilizzato non solo il Comune pometino, la Giunta di Aprilia ha deciso di aderire alla proposta dell’ISDE.

La Società Internazionale dei Dottori per l’Ambiente, attraverso il Presidente regionale Prof. Roberto Ronchetti, ha portato all’attenzione dell’Amministrazione apriliana questa possibilità.

I motivi sono molteplici.

Primo tra tutti, come riportato nella delibera pubblicata sull’Albo Pretorio Online del Comune

“le opzioni ipotizzabili per la realizzazione di un confronto ex-ante ed ex-post sono tutte costose, difficili e sotto l’influenza di variabili.

Metodi e luoghi di prelievo, influenze delle condizioni climatiche, ecc.

Le quali potrebbero inficiare i risultati e quindi la validità del confronto”.

Dunque non è possibile leggere i dati delle rilevazioni a partire da un valore standard per poi calcolare il valore delle discordanze.

In secondo luogo, sempre leggendo la delibera,

“il progetto proposto sembra attuabile, economico ed in grado di fornire risultati qualitativi attendibili.

Questo perché attuato secondo il modello caso-controllo.

E basato sulla tesi che l’attività di “bottinamento“ delle api che si svolge in un’area di circa 700 m di raggio rispetto all’alveare.

Ciò comporta l’utilizzo da parte degli insetti di risorse botaniche.

Le quali, qualora contaminate, provocheranno la presenza proporzionale di elementi tossici nei prodotti che gli insetti accumulano nell’alveare“.

In sostanza, analizzando cera e miele, si potranno avere valutazioni più precise dei danni provocati dalla nube tossica sprigionatasi lo scorso 5 maggio.

Questo perché le alterazioni nella composizione di questi due elementi sono più facilmente analizzabili.

L’operazione dovrebbe constare in tutto di quattro prelievi, per un costo complessivo di 3.200 €.

di Massimo Pacetti

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