“Dov’è il buonsenso del cacciatore?”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di un lettore che si definisce “cacciatore atipico”

La stagione venatoria si aprirà, nel Lazio, il prossimo 20 settembre e si concluderà il 31 gennaio 2016 così come ha stabilito il nuovo calendario venatorio 2015/2016 con decreto del Presidente della Regione Lazio in conformità con le disposizioni normative comunitarie e nazionali e fin qua, niente di nuovo, poi però, all’atto pratico arrivano i problemi che agli occhi dei cacciatori della zona si traducono in un disinnamoramento per una pratica millenaria.

Preferisco definirmi un cacciatore “Atipico” perché sono innamorato della caccia e del rispetto, per gli animali e la natura, che mi ha insegnato negli anni. Amo le lunghe passeggiate con il mio amato e fedele cane, le riunioni con gli altri cacciatori, le cene davanti al fuco ed è per questo che mi fa “male” vedere e sentire quello che, in questi giorni, sta succedendo intorno all’ A.T.C. Lt 1.  

Negli ultimi anni, tanti appassionati, perché di vera passione si tratta, ci siamo messi a disposizione della Federazione e, da veri e propri volontari, abbiamo dato il via alla realizzazione di un ambizioso progetto, prendendo a modello quello delle altre regioni, più “Evolute” di noi in fatto di salvaguardia del territorio e dell’attività sportiva. In questi anni abbiamo ripopolato alcune zone del territorio di caccia e realizzato recinzioni elettriche per la salvaguardia della fauna, ci siamo dati delle regole ferree per la conservazione dei territori e per il rispetto dell’ambiente che ricade nell’ambito dell’A.T.C. Lt 1 ora, alla luce delle polemiche dei giorni scorsi mi chiedo: dov’è finito il buon senso dei cacciatori? Dove sono finite e soprattutto come finiranno tutte le belle cose che in questi anni abbiamo costruito e conquistato anche autotassandoci? Perché il desiderio di sedere sulla poltrona presidenziale offusca la mente spegne il cuore e allarga il portafoglio?

L’unico rammarico è che, per chi è come me appassionato e quindi innamorato, della caccia e del territorio su cui vive e che, ha visto negli anni cosa sono stati capaci di fare gli avventori senza scrupoli, è la consapevolezza di essere impotenti verso l’ennesima distruzione di una cosa che cominciava a funzionare bene, la gestione dell’A.T.C. Lt 1 che, aveva come unico interesse solo il bene del territorio e della disciplina sportiva. Ora la mia speranza, e quella di altri, è che si prosegua nella direzione giusta senza pericolose sbandate dettate da biechi interessi personali.

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