Fare Verde su La Ciocca: “Che rischio può causare una discarica alla salute pubblica?”

Il via per la discarica è stato sospeso in attesa di altri pareri tecnici. Salta fuori l’emergenza rifiuti.

“Riduzione dei rifiuti e maggiori investimenti nell’educazione ambientale sono le uniche strade da perseguire per uscire dall’emergenza continua nella gestione dei rifiuti”. Questo è quanto emerso dalla Conferenza dei Servizi che si è tenuta in Regione Lazio per il procedimento di autorizzazione di una discarica di servizio in località La Coccia, proposta dalla Paguro srl.

La conferma finale arriva direttamente dalla Regione Lazio, enunciata dal dirigente dell’Area Ciclo Integrato dei Rifiuti, Ing. Flaminia Tosini, la quale ha affermato che il progetto della discarica non rientra nel Piano dei Rifiuti Regionale (già solo questo dettaglio fa decadere la validità della richiesta stessa) ma ha poi aggiunto che siamo in emergenza rifiuti e su di noi pende una procedura d’infrazione europea.

La procedura VIA è stata sospesa, in attesa dell’arrivo di altri pareri tecnici.

Nell’intervento d’apertura di Fare Verde, si sottolineava proprio che una profonda revisione del ciclo di gestione dei rifiuti è oggi quanto mai necessaria. L’intera comunità nazionale è chiamata a rivedere un modello di consumo del quale il volume sempre crescente dei rifiuti prodotti, di ogni tipologia, è il più allarmante segnale di insostenibilità.

Mentre le discariche scoppiano, nessuna persona di buon senso può credere che negli inceneritori i rifiuti spariscano come per magia. Una volta bruciati, i rifiuti si trasformano in fumi, polveri e ceneri ancora più difficili da trattare e smaltire.

È per questo che per ogni inceneritore occorre una nuova discarica di rifiuti speciali, per accogliere le polveri e le ceneri generate da questo tipo di impianti. Inoltre, è noto che l’energia risparmiata con il riciclaggio dei rifiuti è maggiore di quella che si ottiene bruciandoli. In ragione di questo principio Fare Verde rinnova l’invito a ragionare sulla riduzione dei rifiuti, attraverso l’abolizione della plastica nel consumi giornalieri, conferire la parte organica dei nostri rifiuti nelle compostiere domestiche o di quartiere, acquistare prodotti ortofrutticoli a Km 0, praticare il vuoto a rendere, adottare tutti quei comportamenti maggiormente eco sostenibili.

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Le misure che ci si propone di sostenere, oltre a contribuire in modo definitivo al superamento di un’emergenza non più sopportabile, rappresenterebbero un deciso segnale culturale, un invito rivolto a tutti, cittadini, imprese e amministrazioni locali, a cambiare decisamente e definitivamente rotta: si tratta di misure che ci pongono di fronte alla responsabilità, a cui non possiamo più sottrarci, di produrre meno rifiuti.

Il progetto proposto dalla Paguro srl – spiega Daniele Borace, responsabile di Fare Verde Aprilia – presenta tutta una serie di elementi che rendono la richiesta di accoglimento non idonea; la sospensione lascia aperta una porta che doveva essere chiusa a doppia mandata.

Nella fase dibattimentale sono state esposte molte osservazioni tecniche, in verità la stragrande maggioranza di queste erano verifiche istruttorie di competenza della Regione. Dalla maggior parte degli interventi traspariva paura e rabbia per un pericolo imminente, ovvero il rischio per la salute pubblica che una discarica può causare. Non nascondiamo che abbiamo le stesse preoccupazioni, non solo per La Gogna, ma per tutto l’ambiente.

La Conferenza dei Servizi – continua Boraceè un passaggio obbligato dell’iter procedurale, essendo una riunione dove si raccolgono le istanze o le notizie dal territorio, non ci poteva essere quindi un verdetto finale. A nostro avviso, poteva essere utilizzata per rimarcare la volontà dei cittadini a chiedere alle istituzioni una tutela dell’ambiente, in senso generale e non strettamente al procedimento in corso.

Oggi occorrono impegni precisi, da parte della politica, e bisogna favorire la coesione sociale. Gli uffici della Regione sono impegnati ogni giorno a valutare progetti di discariche o di impianti bio-qualcosa provenienti dagli imprenditori del settore.

Come cittadini, ma anche come associazione, non possiamo impiegare le nostre energie, oltre al poco tempo libero che abbiamo, a fronteggiare tutte queste richieste. In un paese civile, ci dovrebbe essere un regolamento chiaro e un indirizzo politico che tuteli l’ambiente e la salute pubblica.

Il compito di un’associazione ecologista dovrebbe essere quello di sviluppare una coscienza ambientale nei cittadini e dialogare con le istituzioni per portare sul territorio progetti o iniziative.

Al momento tutto ciò è utopistico anche se non demordiamo e continueremo a lavorare in nome della tutela ambientale, cercando di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone. Ci auguriamo che si possa aprire la stagione della Natura

E’ giunta l’ora di pensare alle generazioni future. In conclusione, ricordiamo l’appello da noi inviato al Sindaco Terra affinché vengano adottate tutte le contromisure di contrasto a quei cittadini che si comportano da incivili o che risultano irregolari, ovvero che non hanno diritto a ritirare il Kit della differenziata.

Dopo la conferenza dei servizi, la politica è chiamata a dare delle risposte chiare ed efficaci. La tutela dell’ambiente vale di più di una calda poltrona o di un magnifico orticello personale, questo l’appello di Fare Verde.

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