Il mondo delle fate visto da una giovane scrittrice

Al Concorso di Scrittura Creativa, Alexandra Falcaru ha raccontato la storia di Noemi e di un mondo il lotta contro nemici agguerriti: i pregiudizi

“Il mondo delle fate” si è classificato secondo nella Categoria B del Concorso di Scrittura Creativa di quest’anno.

Alexandra Falcaru ha scelto di parlare di un mondo magico, che la tredicenne Noemi visita imparando una lezione importantissima.

Un viaggio oltre il reale, come il titolo del concorso di quest’anno.

Un viaggio tutto da vivere che porterà ad aprire gli occhi su questioni che nel mondo reale conosciamo fin troppo bene:

Noemi era una tredicenne un po’ diversa da tutte le altre: aveva il modo di pensare di una bambina, si comportava in modo infantile e certe volte era ingenua. Era anche dolce ma capace di farti venire i brividi semplicemente fissandoti con i suoi grandi occhi color ghiaccio e con la sua aria  serena. Teneva quasi sempre i lunghi capelli neri legati in una treccia. Non era molto alta ma la sua bellezza andava al di là del suo aspetto fisico. Aveva ereditato dalla madre la passione per la natura, soprattutto per i fiori, infatti  li disegnava spesso sui bordi delle pagine dei suoi quaderni e libri. Era molto brava a disegnare anche piante, animali e fate! Sì le fate erano un’altra sua passione come gli elfi, gli unicorni e tutte le altre creature magiche. Per lei non erano solo i protagonisti dei romanzi che leggeva ma erano creature vive che le tenevano compagnia. Era alquanto strano per una ragazza della sua età, vero? Un giorno in un tema scrisse che uno dei suoi più grandi desideri era volare insieme alle fate. Che risultato ottenne? I suoi compagni la presero in giro per tutto il giorno. Così quella sera, dopo essersi assicurata che i suoi genitori stessero dormendo, si distese sul letto e scoppiò a piangere. Non capiva la cattiveria dei suoi compagni e si sentiva incompresa e sola. Aveva bisogno di un caldo abbraccio, ma non c’era nessuno che potesse donarglielo. Allora si addormentò così , con le lacrime agli occhi e mille domande nella testa. Improvvisamente venne svegliata da una luce accecante, che inondò la sua stanza. In mezzo a quella luce riuscì a scorgere la sagoma di una piccola creatura alata. Aveva davvero una fata di fronte agli occhi? Il piccolo essere le si avvicinò e le toccò la punta del naso con una bacchetta magica. Di colpo si sentì sollevare dal letto allora chiuse gli occhi e si lasciò trascinare da quella forza magica. Quando li aprì rimase a bocca aperta: era circondata da campi fioriti, alberi e … fate! Non credeva ai suoi occhi. Solo dopo qualche minuto, però,  si accorse che era tutto in bianco e nero e le fate intorno a lei non volavano. Perché? La piccola fatina che l’aveva portata fin lì si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò: “Abbiamo bisogno di te! La nostra regina dice che una terribile maledizione si è abbattuta sul nostro villaggio. Solo una ragazza dal cuore puro può salvarci e questa ragazza sei tu!” Noemi continuò a fissare la piccola fata per qualche secondo. Aveva capito bene? Come avrebbe fatto una semplice ragazza come lei a salvare il mondo delle fate?. Ci pensò un attimo poi disse: “Va bene, vi aiuterò. Cosa devo fare? Contro chi dovrò combattere?” La ragazza cercava delle risposte così la fatina le disse: “io sono Nancy, la fata dei tulipani. Devi sapere che tutte noi fate prendiamo il nostro potere dai fiori e dagli alberi. Essi ci danno l’energia per volare e fare le magie. Come puoi notare, però adesso il nostro mondo è in bianco e nero a causa della malvagia strega dei funghi. Lei è l’unica strega ancora in vita. Tutte noi la temiamo e le stiamo lontane. Un brutto giorno, però arrivò una nuvola enorme al di sopra del nostro regno e cominciò a piovere. Ma quella non era pioggia normale, quell’acqua cancellava tutti i colori delle cose. I nostri fiori e piante hanno perso la loro forza. Il tuo compito, piccola mia, è di andare dalla strega e sconfiggerla in modo che tutto possa ritornare come prima. Ma tranquilla, perché non ti lascerò da sola! Ti accompagnerò e ti aiuterò” Noemi accettò la missione, per la prima volta nella sua vita si sentiva importante. Le due si incamminarono verso il castello della strega dei funghi ma prima si fermarono dal fabbro folletto. Questo le regalò lo scudo e la spada migliore che aveva poi proseguirono il cammino. Dopo poco arrivarono al castello e senza ostacoli entrarono dentro fino ad arrivare alla stanza del trono. Non c’erano guardia a protezione, non c’era nessuno. “Ecco il nostro nemico! “ gridò Nancy. La strega era seduta sul suo trono e senza nemmeno girarsi disse: “Chi siete? Chi ha il coraggio di entrare nella mia reggia?” Noemi approfittando del fatto che la strega fosse di spalle, sguainò la spada e in un attimo fu accanto a lei. La strega a quel punto si girò e le due si trovarono faccia a faccia, occhi negli occhi. Noemi alzò in alto la spada che le era stata donata e stava per sferrare il colpo quando … lasciò cadere a terra spada e scudo e fece una cosa che nessuno aveva tentato mai di fare: abbracciò la strega. Sia Nancy che la strega rimasero sconcertate da quel semplice gesto, poi terminato quel dolce  abbraccio, la strega si gettò ai piedi della ragazza e balbettò: “Grazie! Era tanto tempo che nessuno lo faceva, le mie azioni malvagie di un tempo hanno allontanato tutti da me e anche se ormai sono cambiata nessuno se n’è potuto accorgere perché nessuno mi è stato vicino. Tutti mi hanno scansato nonostante io abbia cambiato il mio modo di comportarmi già da tanto tempo.” Quelle parole commossero sia la piccola fatina che Noemi. Tutte e tre si riunirono in un altro caloroso abbraccio e si promisero di non giudicare più nessuno  senza conoscere realmente la situazione e  basandosi solo su falsi pregiudizi.

Si recarono così al villaggio e al cospetto della regina delle fate, la strega si scusò con tutti e per sancire quella nuova amicizia venne nominata primo ministro e ministro supremo della lealtà.

Da quel momento le piante e gli alberi ripresero i loro bei colori splendenti e tutti capirono che non erano scomparsi a causa della strega ma per i loro immotivati pregiudizi, che avevano oscurato i loro cuori.

A quel punto la fatina sfiorò di nuovo il naso di Noemi con la sua bacchetta. Aveva  svolto in modo egregio il suo compito ora non c’era più bisogno di lei nel  mondo fatato. Doveva ritornare tra i suoi simili e sperare che anche a lei potesse capitare la stessa cosa: essere amata per quella che era. Un sogno meraviglioso ma ormai sapeva che poteva realizzarsi se lei per prima si fosse aperta al prossimo.

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