La comunità camerunese attacca: “Mandante politico dietro i fatti di cronaca”

I fatti di Ferragosto spingono la comunità camerunese del Lazio a parlare apertamente di “intolleranza”. Ma l’obiettivo rimane creare una società unita “dove tutti possono trovare il proprio posto”

L’episodio che ha portato al ferimento di un uomo camerunese ha riportato Aprilia alla ribalta nazionale, presentandola ancora una volta sotto una cattiva luce.

Nonostante sia prematuro parlare di razzismo o altri odiosi moventi, è arrivata la dura la presa di posizione del Presidente Camrol (Camerunesi di Roma e del Lazio).

Mani Ndongbou Bertrand Hha parlato apertamente di un

atto di violenza

per il quale

non c’è nessuna giustificazione.

La sensazione della comunità camerunese è che si sia trattato di un episodio di intolleranza razziale, dietro la quale ci sarebbe anche una matrice politica:

Siamo coscienti – scrive il Presidente Camrol in una nota – che questo vile gesto deve essere attribuito alle responsabilità di singoli individui, e non può pertanto ricadere sulla collettività intera.

Non vogliamo additare la cittadinanza di Aprilia e d’Italia di razzismo.

Ma non possiamo negare che dietro il proliferarsi di simili vicende di cronaca ci sia un “mandante politico”.

Questi oramai quotidiani episodi d’intolleranza dimostrano quanto sia diventato pericoloso essere nero in Italia.

Chiediamo tuttavia di non cadere nell’odio.

Ma di credere che sia ancora possibile creare una Comunità di Donne e Uomini dove tutti possono trovare il proprio posto e la propria dimensione.

Per rendere migliore il nostro Paese.

Una speranza condivisa dalla maggioranza della popolazione, non solo apriliana.

di Massimo Pacetti

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