L’unione fa la… salute: un team del territorio, per il territorio.

Il progetto nella provincia di Latina che propone continuità assistenziale dei pazienti rafforzando il rapporto territorio-rete ospedaliera.

Quante volte ci si è trovati a dover prenotare una visita medica di qualsiasi avente luogo fuori la propria città? Quante sono le situazioni in cui il proprio piano terapeutico non è chiaro, risulta indeciso e non si sa cosa fare e dove andare? Ed i medici che cambiano, le terapie che mutano? 

La soluzione è un territorio che contenga in sé una rete ben costruita di medici che collaborino affinché il singolo paziente sia trattato con massima efficienza, cura ed economia in termini di spazi e tempo. Un territorio smart in ambito ospedaliero.
Nasce nella provincia di Latina il progetto che propone una continuità assistenziale dei pazienti cronici con BPCO e Diabete e un supporto per contrastare e prevenire l’insorgere del tumore al polmone e alla tiroide nel nostro territorio.
“Continuità” è una delle parole chiave di questo progetto: in maniera fluida si costruisce un percorso che canalizza il paziente attraverso visite da parte del Medico di Medicina Generale che costruirà un piano terapeutico, poi l’infermiere in carico alla ASL avrà il compito di definire il Piano di Assistenza Infermieristica e di prenotare le dovute analisi e visite specialistiche utilizzando agende costantemente aggiornate in rete, trovando una soluzione che impegnerà la rete ospedaliere del territorio.
È un progetto smart che ammortizza gli impegni del paziente. È stato applaudito dal Tribunale per i Diritti del Malato di Aprilia dopo la presentazione per la riorganizzazione dell’offerta sanitaria nella provincia di Latina. Interesserà inizialmente Latina, Aprilia, Minturno, Cori e le isole di Ponza e Ventotene. Una rete territoriale che si spera cresca e si solidifichi, che parte ora con grandi basi, a partire dagli “operai” di questo sistema per arrivare alle tecnologie che supporteranno il lavoro come le piattaforme di telemedicina e la cartella clinica in rete che permetteranno di monitorare il paziente, di prevenire eventuali malattie.
Tutto ciò alleggerirà il Pronto Soccorso: il 70% delle prenotazioni risulta da parte di pazienti con cronicità che non essendo partecipi di un piano terapeutico si ritrovano a dover rimediare visite all’ultimo con tempi di attesa non congruenti con le proprie necessità. Allora il paziente, in primis, deve interessarsi di se stesso, investendo la propria fiducia in un piano terapeutico e nella prevenzione offerta da questo progetto che indirizza la persona per canali territoriali.
Si invita il cittadino ad essere attore attivo della propria condizione di salute, anche nel caso non avverta nulla di particolare: è sempre bene essere aggiornati e mettersi in contatto per prevenzione. È infatti uno dei più grandi obiettivi del progetto rendere cosciente il paziente di eventuali rischi e di prevenirli: vi è per esempio “Aprilia in Salute”, iniziativa presa in seguito allo Studio Epidemiologico effettuato sul nostro territorio per fare prevenzione attiva per contrastare l’alta incidenza di tumori al polmone e alla tiroide, coinvolgendo i MMG che già fanno parte degli UCP (Unità di Cure Primarie) per la Bronco-Pneumopatia e Diabete. I Medici potrebbero funzionare da filtro perché ognuno di loro conosce le problematiche e lo stile di vita dei propri pazienti e quindi hanno la necessaria competenza e possono richiamare le persone residenti nelle zone con maggiore incidenza di tumore a polmone e tiroide per sottoporle a screening specifici.
La prevenzione permette ai soggetti a rischio e non di poter debellare la minima possibilità di incidenza di una patologia, anziché ridursi, con dispiacere, a dover curare una malattia già in atto.
Si ringrazia in particolare il Direttore Generale Giorgio Casati, il Direttore Dipartimento Funzionale del Distretto LT1 Belardino Rossi, tutti i componenti del team che hanno lavorato su questo importante e innovativo di prendersi cura a 360 gradi dei cittadini portatori di cronicità. Il progetto verrà entro quest’anno esteso alle malattie cardiocircolatorie.
Non si tratta unicamente di un progetto ma di una proposta culturale che muove positivamente e solidifica il rapporto territorio e rete ospedaliera, rendendo più cosciente il cittadino e più funzionali le strutture offerte.

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