Patricia Brent, zitella

La recensione della settimana:”Patricia Brent, zitella” di G. Jenkins Herbert

Avevo per il romanzo di Herbert troppe aspettative e quando l’ho concluso sono rimasta delusa. Scovato per caso nella libreria di una mia amica, sono rimasta affascinata dalla copertina e dalla trama e non ho potuto non leggerlo.

E’ stato un colpo di fulmine con un finale non molto a lieto fine. Non che il libro non mi sia piaciuto, per carità. Era scorrevole, scritto bene, i personaggi erano simpatici… ma non mi aspettavo la “classica” storia d’amore. Il classico copione Harmony che ha avuto successo anche con Twilight e le 50 sfumature: lei bella e intelligente che non ha mai conosciuto l’amore, lui bello, giovane, intelligente, ricco… e anche nobile, per non farci mancare nulla.

Mi aspettavo più qualcosa alla Zia Mame, con qualche eroina piena di difetti: una vera zitella, insomma. Una ragazza normale. Invece Patricia è una bella ragazza dai capelli rossi e gli occhi viola (perché gli autori si ostinano a fare gli occhi viola?) che è rimasta single perché la zia le aveva detto che tutti gli uomini sono bestie.

Trama

Londra, Prima Guerra Mondiale. La giovane Patricia lavora per un personaggio politico dalle scarse capacità e alloggia alla pensione Galvin, dove risiedono bizzarri ospiti. Un giorno, per caso, la ragazza ascolta una conversazione tra due ospiti che parlano di lei con accenti pietosi, affermando che la ragazza “non abbia nessuno che la inviti fuori” e che sia zitella.

Patricia inventa quindi un invito al ristorante dal suo fidanzato per la sera seguente. Pronta a fare un pasto solitario, scopre che gli ospiti della pensione l’hanno seguita al ristorante per spiarla.

Per non fare brutta figura, si avvicina a un giovane ufficiale a caso chiedendogli di aiutarla a tenere il gioco. Conosce così Lord Peter Bowen che si innamorerà subito e da qui un romanzo degli equivoci in cui tutti pensano che siano fidanzati davvero e mettono anche annunci sul giornale e con lui che cercherà di convolare davvero a nozze.

Forse, l’unica cosa che mi ha davvero irritata del romanzo è che se mi fossi avvicinata io a un ragazzo bellissimo chiedendogli di essere il mio fidanzato per finta… beh, subito dopo sarei stata imbruttita dalla ragazza di lui che si era assentata per andare in bagno.

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