“Burkini, la donna musulmana è libera di scegliere”

Polemica sul divieto di indossare il burkini in spiaggia, intervista a Sihem Zrelli, presidentessa dell’associazione di donne tunisine La Palma del Sud. “Non si parla di terrorismo ma di libertà personale”

Francia, divieto di indossare il burkini… ed è subito polemica a livello mondiale. Oggetto della polemica: la libertà di scelta.

La spiaggia, luogo, nell’immaginario collettivo, destinato al relax e al divertimento, diventa teatro di una imposizione: quella di dire ad una donna cosa deve o non deve indossare.

E il web si schiera: chi è contrario il divieto e difende la libertà di scelta e chi si dimostra a favore, argomentando che indossare il burkini non è una libera scelta della donna, ma che viene imposta dall’uomo.

Ma cosa ne pensano in realtà le donne musulmane?

Noi di Sfera Magazine siamo andati a intervistare Sihem Zrelli, presidentessa dell’associazione di donne tunisine La Palma del Sud e imprenditrice Apriliana. Sihem si presenta all’intervista con i capelli raccolti, un sorriso aperto e… nessun velo.

Sihem Zrelli, Presidentessa dell'associazione La Palma del Sud

Sihem Zrelli

Perché la scelta di indossare lo Hijab è una scelta personale della donna.

Alla domanda se le donne sono obbligate a indossare il burkini, Sihem infatti risponde tranquillamente:

La donna non è obbligata e non è sottomessa. La donna musulmana è libera di scegliere. Di scegliere il titolo di studio, il lavoro, il marito. Nessuna donna è sottomessa riguardo allo Hijab. E’ un fatto religioso: se te la senti lo fai, altrimenti no.

Se sei costretta religiosamente non vale nulla. Io rispetto qualsiasi persona che lo indossa, a prescindere dal fatto che io non me la sento. Appoggio la libertà personale del mondo“.

Sihem è promotrice della campagna di sensibilizzazione “Oltre il Hijab”, una iniziativa che intende sconfiggere il pregiudizio verso il velo indossato dalle donne musulmane ed avviare un cambiamento culturale in rapporto al diritto di cittadinanza e all’esercizio di libertà fondamentali per le minoranze culturali e religiose.

Le mie conterranee soffrono molto per i pregiudizi riguardanti lo Hijab. Molte di noi sono avvocati, dottori, piloti, io stessa sono una imprenditrice, siamo donne forti e con carattere, ci siamo ‘fatte da sole’ e nessuno ci ha aiutato ma molti non riescono a vedere oltre il hijab, oltre il velo. Siamo stanche di essere definite sottomesse“, spiega la presidentessa dell’associazione.

Cosa ne pensi del divieto di indossare il burkini in spiaggia?

“Mi fa ridere. Nel 2016 la Francia si ricorda che i musulmani si vestono in questo modo. Mi chiedo a chi fa comodo. Sono contraria alla violenza e favorevole alla libertà. Se una donna decide di indossare un determinato indumento, va rispettato. Io sono musulmana ma sono libera di indossare ciò che voglio, anche nei paesi arabi. Vietare il burkini nei paesi Occidentali non ha senso: è esattamente come se da noi  ci fosse una multa per chi porta il bikini“.

Il burkini può favorire l’integrazione?

Assolutamente no. Offende la libertà personale e costringe le donne che indossano lo hijab e il burkini a non andare al mare. Se non voglio far vedere il mio corpo, devo essere libera di nasconderlo. Lo hijab è diverso dal burqa: il nostro viso è scoperto. Io sono contraria ad ogni forma di razzismo e violenza, ma in questo caso non si parla di terrorismo ma di libertà personale. L’Islam non è solo terrorismo. Abbiamo fatto anche tante cose positive“.

E mentre la Francia inizia a vietare i burkini e in Italia c’è qualcuno che la pensa uguale, Sihem è ferma nella sua lotta, quella di guardare “oltre il velo” e di difendere chi non ha voce.

 

di Assunta Manfredino

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