Donne senza frontiere

L’integrazione femminile dal punto di vista di Adriana Pacifico, rappresentante della comunità latino- americana di Aprilia.

In Italia la composizione della nostra società si è molto modificata negli ultimi dieci anni, inseguito all’aumento della popolazione immigrata. La condizione di una donna, che vede nell’Italia la terra promessa, è spesso una condizione di delusione, emarginazione e disagio. A questa condizione si contrappone la voglia di rompere le barriere e superare le frontiere culturali che spesso sembrano invalicabili.
Adriana Pacifico è una delle tante donne straniere che si è dovuta confrontare con la popolazione italiana e in particolare con quella apriliana.
Giunta in Italia un anno fa dal Venezuela, per motivi ovvi, data la condizione attuale di questo paese, mi racconta di essere rimasta profondamente delusa dalla diffidenza con cui vengono accolte le donne straniere. Mi dice: ”questa diffidenza, a noi sudamericani non appartiene assolutamente, sembra essere tipicamente europea, mi ha colpito tanto da spingermi immediatamente ad impegnarmi in questo senso”. Adriana, infatti, nello scorso anno ha partecipato attivamente al progetto promosso dall’ ASSOCIAZIONE DIALOGO ONLUS in collaborazione con il Comune.
Progetto molto interessante che doveva inserirsi perfettamente nel quadro delle Azioni a favore dei processi di integrazione socio-giuridico-culturale degli immigrati presenti nel territorio del Comune di Aprilia e in particolare di quelle finalizzate all’ informazione e all’ orientamento ai cittadini immigrati.
Lo scopo dello Sportello era stato anche e soprattutto puntare alla valorizzazione e ottimizzazione della cultura della legalità e dell’emersione, a favorirne l’integrazione reale ed effettiva mediante l’impiego della mediazione culturale, a promuovere e migliorare la presenza delle donne immigrate
nella società, nonché a contrastarne l’emarginazione.
Questi obiettivi sono stati raggiunti?
“Solo in parte, in quanto a mio avviso il progetto non è stato pubblicizzato abbastanza, e il periodo di svolgimento era troppo limitato per avere una risposta concreta”.
Cosa spera per il futuro ?
“Credo che in questo territorio siano indispensabili nuovi progetti che prevedano sportelli permanenti gestite anche con la collaborazione di stranieri, dove si possano trovare persone specializzate in questo settore come mediatori interculturali, psicologi, counselor. Io stessa, pur essendo avvocato e conoscendo già in parte la materia, sto frequentando un corso regionale per mediazione culturale. Corso che prevede la trattazione di temi attuali e legati alle problematiche socio-culturali del territorio, nonché la conoscenza delle legislazioni e delle lingue straniere“.
Si può, secondo lei, arrivare ad una reale integrazione e solidarietà tutta al femminile?
“Si può nel momento cui si riesce a cambiare punto di vista, nel senso che queste donne devono essere riconosciute come una vera e propria risorsa perché con la collaborazione e lo scambio reciproco si può crescere insieme, perché le donne straniere possono rivelarsi una vera e propria ricchezza culturale ed economica per la città di Aprilia.
Basta pensare alle donne straniere esclusivamente come collaboratrici familiari o badanti! diamo loro il modo di esprimersi e non squalifichiamo queste donne che potenzialmente possono dare tanto, anche perche la maggior parte di esse sono diplomate e laureate nei loro paesi di origine”
Così si conclude un interessante scambio con una donna piena di vitalità, di volontà e con un’energia tipica della sua terra.
Io invece voglio concludere con le parole di Amartya Sen (premio Nobel per l’Economia) “Quando le donne stanno bene, tutto il mondo sta meglio”.
Un augurio speciale a TUTTE le donne da me e dalla redazione.

Cristina Farina

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