I giovani e la nuova agricoltura

Una generazione consapevole e determinata a cambiare il sistema

Un numero sempre maggiore di giovani si sta avvicinando al mondo dell’agricoltura in risposta all’attuale crisi economica e del lavoro che, tentando di recuperare un legame con la terra che in parte si era perduto con la precedente generazione. Nel settore agricolo, infatti, si è assistito allo spostamento di un’intera generazione dalle campagne verso le città e altri settori del lavoro, lasciando spoglia una bella porzione di agricoltura. Una delle conseguenze di questo slittamento è stata la perdita di molte conoscenze agricole locali, che hanno cessato di esser tramandate; tradizioni agricole legate al territorio e ai prodotti tipici. A tal proposito, uno dei capisaldi dell’agricoltura avviata dalla nuova generazione è il recupero delle tradizioni storiche in una chiave nuova, cioè capace di accogliere le esigenze ecologiste e salutiste del presente. I nuovi agricoltori, a differenza dei propri nonni, hanno acquisito la consapevolezza di dover entrare in simbiosi con gli equilibri della natura, ma ciò è possibile soltanto a partire dalla conoscenza e dal rispetto degli ecosistemi che la terra ospita e sostiene.

Agricoltura giovani

Esemplare in tal senso è la recente diffusione degli orti sinergici, orti che sfruttano l’azione di decomposizione della microfauna del terreno, promuovendo in tal modo i meccanismi di autofertilità del suolo, e gli effetti benefici delle consociazioni sinergiche fra le piante, sia in termini di agevolazione del loro sviluppo, sia in termini di lotta ai parassiti. Un altro esempio virtuoso che si sta radicando sempre più nel nostro paese, è rappresentato dalla Permacultura, una filosofia colturale, di lavoro e di progettazione del territorio nata negli anni ’70 in Australia, basata sui principi di stabilità degli ecosistemi naturali e capace, inoltre, di ridurre notevolmente i tempi di lavoro. “Una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un’etica dell’uso della terra” spiega Bill Mollison, l’ideatore della Permacultura.

Oggi l’agricoltura si sta diffondendo anche nelle città, dove, a vista d’occhio, stanno nascendo negli appezzamenti di terreno incolti e da rivalutare, numerosi orti urbani a disposizione delle comunità di quartiere. Addirittura nelle terrazze dei palazzi si progettano gli orti-giardino, che hanno la doppia funzione di portare il verde sulle abitazioni urbane come spazi ornamentali e zone relax, e di avvicinare i cittadini al mondo dell’agricoltura, educandoli a conoscere i cicli naturali dei cibi che mangiano.
La nuova generazione di agricoltori, maturata all’interno del fervido dibattito ecologista che caratterizza la nostra epoca, percepisce pienamente la preoccupazione per le critiche condizioni ambientali in cui riversa il pianeta, oscenamente alimentate da sistemi economici insostenibili – basati sullo sfruttamento intensivo delle risorse e del lavoro – all’insegna del maggior profitto possibile.

Sentendo la responsabilità di ristabilire un equilibrio perduto che non lascia intravedere all’orizzonte un futuro praticabile, una schiera consistente di giovani e determinati agricoltori sta cercando, in tutto il mondo e anche nel nostro paese, la possibile risposta al problema in una nuova e più genuina concezione dell’agricoltura, incentrata innanzitutto sul ripensamento dei valori legati ai beni primari, quali cibo e risorse naturali, sulla solidarietà fra individui e sulla salvaguardia della biodiversità.

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