Nuovo farmaco per il tumore al seno

La ricerca non si arrende: sperimentata nuova formula.

Ogni anno più di 40mila donne si ammalano di cancro al seno. Solo in Italia sono addirittura 522mila le donne che ci convivono, e nel 2014 sono stati contati 48mila nuovi casi.

Dati apparentemente allarmanti, ma c’è un barlume di speranza: l’87% delle donne con il tumore al seno è ancora in vita a distanza di 5 anni dalla diagnosi.

Proprio per l’incidenza e per il grado di “convivenza” che questo tumore presenta, è una delle forme più studiate, soprattutto per capire le cause così da poter combatterlo definitivamente. I medici sostengono che obesità, fumo, alcol, e familiarità siano i fattori principali che favoriscono l’insorgere.

tumore al seno

Tra i vari studi condotti recentemente, si è distinto quello il GeparSepto, su 1200 donne, condotto da un team di studiosi tedeschi, del German Breast Group (GBG) e del gruppo di studio German AGO-B, ed è stato presentato al San Antonio Breast Cancer Symposium, il congresso mondiale sul tumore al seno. È uno studio di fase III, ciò significa che è stato condotto su centinaia di pazienti, allo scopo di verificare l’efficacia di un nuovo farmaco o di confrontarla con quella di un “placebo” (sostanza priva di efficacia terapeutica) o di altre molecole già in uso. Le donne su cui è stato effettuato lo studio avevano un cancro alla mammella in fase avanzata. Lo scopo era valutare l’azione di un innovativo medicinale rispetto a quella di altri trattamenti tradizionali.

Il farmaco testato nello studio coniuga un principio attivo in uso da anni, il paclitaxel, con una tecnologia d’avanguardia basata sulle nanoparticelle che, piccolissime, sono in grado di arrivare subito ad agire nella parte interessata. Nella nuova formulazione è abbinato all’albumina, una proteina naturale presente comunemente nel sangue, che ne potenzia il trasporto e ne facilita l’accumulo nelle cellule tumorali. Nello studio, le donne sono state divise in due gruppi: uno è stato trattato con il nanofarmaco e l’altro con molecole tradizionali per alcuni mesi. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti.

Fra le pazienti che hanno ricevuto il nuovo farmaco, infatti, il 38% ha raggiunto la risposta patologica completa, mentre il 29% di coloro sottoposte a un trattamento tradizionale ha avuto un riscontro positivo. Il fatto che questa nuova procedura sia stata applicata su pazienti affette dalla forma più grave, quella denominata “triplo negativa”, che riguarda il 15% delle donne con cancro alla mammella, e abbia dato risultati che fanno così ben sperare, ci porta a intravedere una cura forse non molto lontana, grazie al continuo impegno di medici e ricercatori.

Melissa Bucossi

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