Pina Farina: “L’accanimento contro una Prof che educa al pensiero critico”.

Il pensiero della prof.ssa Pina Farina riguardo la recente sospensione di un’insegnante di Palermo per il video che paragona Salvini a Mussolini.

La prof.ssa Pina Farina, insegnante di lettere presso l’ I.C. “Menotti Garibaldi” di Aprilia, ha rilasciato un comunicato nel quale si esprime circa la recente vicenda che ha visto una professoressa di una scuola palermitana essere sospesa dopo che i suoi alunni avevano paragonato, in un video, le leggi razziali del Duce al “decreto sicurezza” del Ministro dell’Interno.

“Qual è il compito della scuola nell’era straordinaria e selvaggia di internet se non quello di educare al pensiero? Eppure accade che un gruppo di studenti palermitani realizzano un video dove vengono comparate le persecuzioni nei riguardi degli ‘altri da noi’ (coloro che in tempi, non proprio remoti, ‘erano di troppo’) con l’attuale decreto Salvini sulla sicurezza che mira a frenare i flussi immigratori. Ora, al di là del tema in questione, che può liberamente suddividere i cittadini tra consenso o dissenso, la riflessione deve indispensabilmente soffermarsi sull’agire inammissibile di un Ufficio Scolastico Regionale. Ignorando l’articolo 21 della Costituzione secondo cui ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’ e il 33 che declama: ‘L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento’ si arroga la libertà di sospendere una docente che esercita il suo mandato in maniera seria e proficua dimezzandole, oltre tutto,  lo stipendio. L’incredibile tempismo risulta grottesco e inaccettabile agli occhi dell’Italia che pensa (compresi i sindacati che per una rara volta risultano essere concordi all’unanimità). Guardando il video (di cui tanti parlano e pochi l’hanno visto) tale accanimento risulta privo di reali motivi: non si dà del Mussolini al Ministro dell’interno, non si offende, né si minaccia, bensì si argomenta, con foto del passato e del presente, una chiara e lucida esposizione di fatti che aiuta a riflettere su problematiche di pesante consistenza antropologica attraverso una comparazione storica. Pertanto, tanto polverone per niente. Terremoto, tuttavia, che genera sdegno e malcontento nella scuola pubblica italiana, per l’ennesima volta sottoposta a giudizio da gente priva della minima competenza storico-culturale, pedagogica e di metodo, così come richiesto dai programmi scolastici ministeriali. Un insegnante deve, se è tale, consentire l’analisi dei fatti con assoluta obiettività e lasciare che ogni studente acquisisca il proprio punto critico. In seguito alla corale protesta che sta attraversando l’Italia con sit-in, dibattiti, petizioni in difesa della Professoressa Rosa Maria Dell’Aria, fa sorridere come, sullo stile Pilato, il Ministro della pubblica istruzione, lo stesso Ministro Salvini, il Dirigente scolastico e alte cariche istituzionali non sappiano come sia potuto accadere e demandano, con fare soft, la sentenza al mittente in questione (USR)! Fa sorridere, al contempo, come per un innocuo compito di storia, realizzato da ragazzi studiosi, sia stata scomodata addirittura la Digos (a difesa di chi? Di che cosa?). Peccato che la stessa autorevole sezione investigativa non sia stata  utilizzata, dopo anni di denunce, a difesa del povero pensionato Antonio Stano a Manduria, abbandonato al massacro da parte di un gruppo di studenti ignoranti. Chi ha attivato l’umiliante sospensione di una docente al lavoro, ha colpito anche la buona volontà e l’impegno di ragazzi che, al contrario, a scuola ci vanno tutte le mattine e studiano! Fa riflettere come la stessa prontezza d’azione non avvenga per ben altre censure riguardanti filmati con scene di bullismo e cyberbullismo, riprese con il cellulare per svilire e vessare inermi docenti, certi ignobili contenuti delle playstation e film horror terribilmente pericolosi per la psiche degli adolescenti. Desta meraviglia, inoltre, l’assenza di voce da parte di chi, sul trono istituzionale dovrebbe intervenire a difendere la propria categoria (compresi i sindacati) come nel caso della donna che avrebbe violentato il quattordicenne presentata su giornali e talk show come professoressa mentre è solo un’operatrice sanitaria che impartiva lezioni di inglese al ragazzo, infangando ulteriormente il mondo dei docenti, ovvero persone altamente qualificate.

Su questo fatto, e tanti altri, non si è mossa una foglia. Viene da pensare se, chissà, dietro le quinte si muovano, da qualche tempo, pretesti per soffocare ancor di più una scuola pubblica. Una macchina che come può (considerando la precaria condizione in cui verte) con competenza e sacrificio mantiene alta la salute critica e mentale dei suoi ragazzi reggendo sulle sue spalle il carico di una società moralmente in declino. D’altra parte è noto che il libero pensiero spaventi più dell’ignoranza e della violenza!”

Le dichiarazioni della prof.ssa Farina si aggiunge ad altrettante polemiche sulla vicenda, polemiche che attestano come il sistema politico e giudiziario italiano sia, in diverse occasioni, poco imparziale e obiettivo, interessato solo agli interessi di ‘pochi eletti’. Nel frattempo, il Ministro dell’Interno ha aperto alla possibilità di incontrare la professoressa sospesa per chiarire la questione.

F.Z.

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