SPESA “A CHILOMETRO ZERO” PER TAGLIARE COSTI DI INTERMEDIAZIONE E CARO-GASOLIO

L’esperienza fatta finora in diverse realtà territoriali italiane dimostra che l’apertura dei “mercati degli agricoltori” favorisce un contenimento dei prezzi dei prodotti al consumo per effetto della riduzione delle intermediazioni, del maggior consumo di prodotti locali che non bruciano petrolio per lunghi trasporti e, comunque, a causa di una piu’ generale funzione calmieratrice del mercato nell’area in cui si attivano. E’ quanto ha affermato Massimo Gargano, alto dirigente della Coldiretti Nazionale e Presidente della Coldiretti Lazio intervenuto all’incontro “I mercati dei produttori agricoli locali: un’occasione per riscoprire i territori e le identità” organizzato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) all’indomani dell’allarme lanciato dal presidente dell’Antitrust Antonio Catricala’ sull’esistenza di odiosi cartelli nella struttura della filiera distributiva agro-alimentare che, in alcuni casi, arriva a pesare fino al 200-300% sui rincari dei prezzi al consumo. L’Antitrust ha segnalato , infatti, per es. che i prezzi al consumo attualmente praticati dalla grande distribuzione nel comparto ortofrutticolo “non sono inferiori a quelli praticati dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti”.
I mercati degli agricoltori forniscono una risposta al numero crescente di consumatori che vogliono conciliare il risparmio economico con quello energetico ed ambientale privilegiando il consumo di prodotti del territorio “a chilometri zero” che non subiscono gli effetti del caro gasolio sui trasporti e non producono le emissioni ad effetto gas-serra, garantendo, peraltro, ai consumatori requisiti di genuinità e freschezza.
”La Coldiretti” afferma Daniela Santori, Presidente Provinciale dell’Organizzazione “ha promosso da tempo questo tipo di filiera corta facendo emanare il D.L. N°228/2001 che è il primitivo riferimento normativo che ha concesso alle aziende agricole di occupare fasi della filiera come la trasformazione, il condizionamento e la commercializzazione senza uscire fuori dagli ambiti agricoli fino ad arrivare al D.M. del Novembre scorso che ha normato gli ambiti per realizzare nei comuni italiani i cosiddetti mercati esclusivi degli agricoltori. L’obiettivo era quello di consentire agli agricoltori di ricavare un giusto margine di guadagno dalle proprie produzioni e per i consumatori di abbattare il caro prezzi dal campo alla tavola con la vendita diretta e senza intermediazioni soprannumerarie nella filiera distributiva dei prodotti agro-alimentari”.
Del resto gli acquisti diretti nelle aziende agricole da parte dei cittadini consumatori sono continuati ad aumentare e nel 2007 si contano in circa 57.000 i frantoi, le cantine, le aziende agricole dove è possibile comperare direttamente dal produttore (con un aumento boom del 48% rispetto al 2001) e con un livello di fatturato di circa 2,5 miliardi di Euro. Sette italiani su dieci nel corso dell’anno hanno fatto almeno una volta acquisti direttamente dal produttore agricolo giudicandoli in maggioranza convenienti con un risparmio atteso del 30% anche se accanto alla ricerca del risparmio è stata sopratutto la qualità e la freschezza dei prodotti acquistati a spingere il trend positivo – Dati del II° Rapporto dell’Osservatorio sulla Vendita Diretta delle Aziende Agricole in Italia, promosso da Coldiretti e da Agri2000.
 “Stiamo stimolando in ogni modo le aziende agricole a misurarsi imprenditorialmente con la vendita diretta attraverso le più disparate forme, dal punto vendita singolo aziendale al punto vendita in città magari organizzandosi in forme consorziate, dalla vendita attraverso la rete dei Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) a quella nelle diverse forme di mercato itineranti o in forma stabile, compresi i farmer’s markets” continua la Santori “pertanto sosteniamo e salutiamo con grande favore qualsiasi iniziativa concreta che si sviluppa sul territorio. Essa può servire da testimonianza coraggiosa e da stimolo per gli altri imprenditori agricoli provinciali. Di fronte ai tempi difficilissimi che stiamo vivendo come mondo agricolo una delle vie possibili per assicurare un futuro alla nostra agricoltura passa necessariamente attraverso un processo di snellimento e di accorciamento della filiera distributiva a tutela degli interessi degli agricoltori e dei cittadini consumatori”.

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