Università, Affitti Studenti

La casa, la retta, i libri, le uscite. È tempo di affrontare queste quattro spese, è tempo di iniziare l’anno accademico. Ottobre. Le università hanno già pubblicato i risultati dei test di ingresso ed esaurito tutti i posti disponibili. Le bacheche degli atenei pullulano di richieste. Cercasi casa.
Questo è il primo problema dei fuorisede che ogni anno scelgono Roma come meta dei cinque lunghi anni di studi che li attendono. E allora ecco che i primi numeri di telefono vengono staccati dagli annunci, ecco che Portaportese – giornale cult nella capitale – scompare dalle edicole già dalla mattina. “Pronto buongiorno, sono una studentessa al primo anno, ho visto l’annuncio per la stanza singola. Sì. Cinquecento euro escluse spese. Zona Prati dove esattamente? Sì, Piazza Risorgimento, conosco. Quando posso venire a visitare la casa?”. Telefonate tutte uguali. Cambia la zona, dipendentemente dalle necessità e dall’università che si andrà a frequentare, poco invece cambia il prezzo.
Una stanza singola in un appartamento ben collegato con l’ateneo o vicino ad una fermata di metropolitana costa dai 350 ai 600 euro mensili. In soldoni: una camera singola a San Lorenzo è sui 350-400 euro, 500 in zona Piazza Bologna, anche 600 in Prati.

Una doppia oscilla dai 250 ai 350 euro. Zona Arco di Travertino a 250 euro, nei pressi di Porta Maggiore a 300 e in viale delle Medaglie d’Oro 350 euro. Spese escluse. Ciò vuol dire che ogni due mesi arriva la bolletta del gas, della luce e dell’acqua; le spese condominiali; l’abbonamento a internet. Senza tralasciare che i genitori dal paesello devono sborsare quattrini per la retta universitaria e per i libri. Insomma, si tratta di rifocillare la postepay del figliolo con almeno 1200 euro mensili. Non sempre, poi, è così facile trovare casa. No ai cani, no ai fumatori, no ai maschi (già, spesso è così). E nella maggior parte dei casi il proprietario si dimentica di far firmare un regolare contratto.
Soluzione condivisa – sempre dai soliti genitori – è quella di mandare la prole in un pensionato. Che a Roma vuol dire dalle suore. E i prezzi lì non è che siano così democratici: 850 euro per una singola e 700 per una doppia. Vitto e alloggio compresi, sì, ma con delle restrizioni notevoli: pranzo e cena ad orari ferrei e a casa non più tardi delle 23.
Niente di positivo, allora? Qualche buona notizia c’è e arriva dalla Regione Lazio. Gli alloggi universitari saliranno, entro il 2010, a circa 4000 posti. Lo riferisce una nota della Regione che in questi quattro anni – in base alla legge Amato del 2000 – ha destinato al Piano delle residenze universitarie 85 milioni di euro a cui si aggiunge il cofinanziamento di 65 milioni da parte del ministero Università e Ricerca. In concreto nella capitale saranno ristrutturati i padiglioni del Snta Maria della Pietà (240 posti) destinati ad alcune Facoltà dell’Università di Roma

La Sapienza e sarà costruita una nuova residenza con 200 posti a Varco San Paolo di cui usufruirà principalmente l’Università Roma Tre; a Latina saranno edificate due nuove residenze con 84 posti, messi a disposizione per gli studenti fuorisede.
Studenti meritevoli e in condizioni economiche disagiate potranno così accedere molto più facilmente al sacrosanto diritto allo studio. Inoltre l’Assessorato regionale all’istruzione, Pegaso e Laziodisu hanno già istituito un’Agenzia degli affitti di Roma, con lo scopo i aiutare gli studenti nella ricerca delle abitazioni e nella stipula dei relativi contratti.
L’università degli studi La Sapienza, però, non è solo a Roma. Di privilegi godranno anche le sedi distaccate di Latina e Cisterna di Latina. Nelle città pontine esistono già delle residenze universitarie sì di modeste dimensioni (la Casa dello Studente di Cisterna conta solo 25 posti letto) ma dotate di ampi spazi ad uso ricreativo e didattico e ben collegate con l’ateneo e la stazione ferroviaria. Una trentina di minuti separano la stazione di Cisterna, ad esempio, da Roma Termini. Poi una manciata di minuti – a piedi o con l’autobus – per arrivare alla città universitaria de La Sapienza in via Aldo Moro. Tempo stimato quarantacinque minuti circa, molto meno di quello che un residente sull’Aurelia impiegherebbe ad arrivare alla stessa destinazione affidandosi ai mezzi pubblici. “Preferisco fare la pendolare – dice Silvia, studentessa iscritta a La Sapienza – a Cori si sta bene, lavoro al bar del paese e sto a casa con i miei. Roma è sempre bella ma è caotica e soprattutto gli affitti costano troppo. Non me lo posso permettere. Mi conviene fare il Birg (il biglietto giornaliero per treno regionale e autobus) quando vado a lezione”. Parere approvato da molti universitari che non si sognerebbero mai di buttar via 500 euro a mese. Preferiscono stressarsi un po’ di più, magari, facendo tutti i giorni avanti e dietro. Risparmiando qualche soldino. E di questi tempi non è un male.

Articolo di Laura Riccobono

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