Un viaggio tra i sensi con Tina e le sue poesie

Tina Germanà: “Non conosco a memoria le mie poesie, mi piace essere libera e rifiuto a priori questo vincolo”

Ha senso parlare di un “mondo della poesia?”
E’ certamente un universo compreso da pochi, un mondo un po’ nascosto, intimo e silenzioso. Ma la realtà ci pone in continuazione di fronte a nuove forme di comunicazione in cui sembra che la poesia sia ormai un’arte obsoleta, ma che invece racchiude in sé lo spirito della rinascita. E’ sicuramente un mondo d’elite, difficile ma che può dare tante soddisfazioni.
Il fantastico mondo della poesia ci permette anche di conoscere persone straordinarie, vive nell’animo e nel corpo, umili e da un grande temperamento; persone la cui vita è cambiata senza preavviso, da un giorno all’altro e che li ha costretti a reinventare un proprio percorso di vita, occuparsi di se stessi come si fa con i neonati, un passo alla volta.

E questo è il caso di Concetta Germanà (in arte Tina), una ragazza come tante che all’età di 24 anni a causa di un improvviso calo della vista ha dovuto di nuovo costruire le fondamenta della sua esistenza. L’ottimismo e la voglia di vivere hanno contribuito a rendere speciale il rapporto con la poesia, una passione nata tra i banchi di scuola. Dopo il triste avvenimento, Tina si è rialzata come solo i campioni sanno fare ed ha reinventato la sua vita. Ora Tina è una donna formata, con un compagno ed un figlio; non ha smesso di vivere, ha reagito ed ora racconta di sé in un’intervista in esclusiva a Sfera Magazine.

(Alla fine del testo la poesia di Tina dedicata a suo figlio).

1. Perché ha scelto la poesia come forma di comunicazione, a volte articolata e complessa; per quale motivo sei affascinata dalla poesia?

“ La poesia per me è sempre stata una sorta di terapia. Ho cominciato a muovere i primi passi durante il periodo scolastico, affascinata prima di tutto dalle strofe delle canzoni e da quel momento mi sono armata di carta e penna e buttavo giù tutto ciò che mi passava per la mente. Anche la mia forma di timidezza molto spiccata mi ha portato a riversare su carta le sensazioni che provavo in un determinato frangente, fino a quando mi accorsi di essere circondata da tanti pensieri su carta. Viste le circostanze ho deciso di raccogliere e trasformare quei piccoli pensieri in strofe più lunghe.”

2. La tua musa ispiratrice?

“La mia musa ispiratrice è un po’ ovunque: il grigiore di una giornata di pioggia, il sole che risplende nel cielo, l’amore, ogni mio pensiero rimane originale a come è stato prodotto, non mi metto a formalizzare; scrivo pochissimo in rima, per me la poesia è mettere nero su bianco quello che si pensa. Inoltre sostengo che ritoccare una propria opera sia una costrizione a meno che si tratta di correzioni ortografiche, di sintassi o quant’altro.”

3. Convivendo da diversi anni con una disabilità visiva, per scrivere utilizza – se così si può chiamare – un “computer speciale?”

“Fortunatamente la tecnologia ci viene incontro. Disponiamo di dispositivi o smartphone che contengono programmi di sintesi vocale che ci permettono di gestire al 95% in autonomia i nostri mezzi tecnologici. Alcune aziende promotrici di PC o smartphone hanno già a bordo il programma di sintesi, mentre per altre è necessario un ausilio da acquistare o reperire tramite una complessa procedura tra l’utente interessato e la Asl di competenza. Posso dire che finalmente le aziende si sono accorte di noi: molti dispositivi elettronici tra cui anche gli elettrodomestici sono a misura per coloro che come me soffrono di questa disabilità.”

Nel settore dell’assistenza sociale invece? “L’assistenza a persone diversamente abili è poco supportata soprattutto nel nostro territorio composto da pochissime strutture e servizi (ad esempio l’accompagnamento). Solamente ad Anzio abbiamo una piccola realtà e riguarda il distaccamento della sezione dell’Unione Italiana Cechi di Roma, ma è insufficiente. Fortunatamente mi ritrovo a vivere in una famiglia molto disponibile, al di fuori di questo spazio mi ritroverei comunque sola ed è grave se solo pensiamo che ci sono soggetti che hanno forme di disabilità più importanti della mia e a fianco non hanno una famiglia che li sostenga.”

Quando si è sviluppata la sua disabilità? “La mia disabilità si è sviluppata all’età di 24 anni: da un giorno a l’altro ho dovuto reinventare la mia vita. Non mi sono persa d’animo infatti ho partecipato ad un corso per centralinisti non vedenti, durante il quale sembrava di essere tornati alla scuola materna: quello che stavo imparando era un alfabeto speciale, il Braille. Di seguito mi sono addentrata nel mondo della tecnologia per i non vedenti.”

 

Tina Germanà 2

 

4. Hai mai pensato di partecipare a dei concorsi?

“A dire la verità ho partecipato a diversi concorsi letterari e di vario genere, ottenendo anche degli ottimi risultati e soddisfazioni. Ma a questo periodo fervido ha fatto seguito un altro più triste: un calo maggiore della vista ha comportato un momento di stallo della mia ispirazione durato diversi anni. Riuscita a lasciarmi alle spalle questo particolare momento ho ricominciato a scrivere poesie dedicando una parte del mio tempo anche alla stesura di testi musicali. Quest’ultimi ovviamente richiedono una pratica più articolata e complessa, uno studio più approfondito insomma.”

5. “Toccare l’anima” è la tua seconda raccolta personale di poesie. Secondo alcune recensioni dalle stesse si evince un pieno di ottimismo e voglia di vivere. Descrivi con due aggettivi la tua opera spiegando i motivi della tua scelta.

“Sicuramente le opere seconde sono più mature rispetto a quelle del debutto e nelle quali si evince una consapevolezza maggiore. Direi anche più ottimista poiché nella raccolta non ho voluto inserire solo poesie d’amore che sfociano nella tristezza, solitudine, ma all’interno possiamo trovare addirittura strofe dalla natura spensierata e sbarazzina, come può essere la poesia dedicata ai 5 sensi, nella quale ho volutamente giocato un po’ con le parole. Inoltre una poesia dedicata all’omosessualità, un tema delicato che viene affrontato con un gioco di rime che rende meno pesante l’apprendimento verso questo argomento così attuale. Invito i curiosi e gli appassionati di poesia sulla mia pagina di Facebook, Tina e le sue poesie.”

Tra le varie poesie presenti nel libro, quale ritieni a tua preferita? “Sicuramente la poesia dedicata a mio figlio dal titolo ‘Un piccolo miracolo’. ‘Toccare l’infinito’, questa piccola poesia, invece mi ha dato parecchie soddisfazioni inattese. Nata in un pomeriggio di grigiore meteorologico e sentimentale, così per gioco, ho deciso di inviarla ad una trasmissione radiofonica che conduceva all’epoca Maurizio Costanzo ‘L’uomo della notte’, all’interno del quale era stata inserita una rubrica dedicata alla poesia dal titolo ‘Poetando’. Durante la trasmissione venivano selezionate e lette diverse poesie di autori inediti. L’autore della poesia, che colpiva in maniera particolare il conduttore, veniva chiamato dallo stesso per leggerla in diretta. Declinai l’invito semplicemente perché non conosco a memoria le mie poesie, mi piace essere libera e rifiuto a priori questo vincolo.”

6. Esiste invece tra le tue composizioni quella che ti rappresenta di più?

“Una poesia che mi potrebbe rappresentare al momento è ancora in cantiere, ma in quelle presenti non troverete mai qualcosa che parla di me perché il mio pensiero è legato a quello che provo, alle sensazioni. Però a volte mi succede di tirarmi indietro quando la mia composizione in strofe è troppo vicina a come sono io in realtà. L’angolo della poesia è molto riservato: è un momento intimo in cui non faccio avvicinare nessuno.”

 

“Un piccolo miracolo” dal libro “Toccare l’anima” di Tina Germanà

Un elfo dispettoso
Goccia di vita
Mi vieni incontro
Mi afferri la mano
Seguo i tuoi piccoli passi
Verso ciò che per te è ignoto
Così come ormai per i miei occhi

Mi insegni a vivere
Coi tuoi momenti
Coi tuoi gesti
Col tuo codice
A noi segreto
Ma non al tuo mondo

Ti ho amato
Prima ancora che tu esistessi
Ti ho protetto
Quando eri un germoglio
Ti ho sfiorato
Quando appena eri carne ed ossa

Ti proteggo avvolgendoti
Di amore e contatto
Ti cullo parlandoti
Del miracolo che ti ha portato a me
Ti inseguo toccandoti
Coi brividi e la gioia

Di ritrovarti e sentirti

Due brillanti luminosi
Una bocca di cuore
Un faccino tenerissimo

E’ il miracolo del Signore
E’ il miracolo della vita
Il mio piccolo miracolo

Tina Germana’

 

Melania Orazi

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