Lo strumento permette ai partecipanti di scegliere tra tre diverse opzioni di distorsione del testo: mescola parole, disorganizza lettere e le inverte. Al termine dell’ esperienza è possibile anche condividere il proprio risultato sui social con gli hashtag dedicati, come #LeggiConMe e #DiselssiasenzaFiltro. Ma perché condividere l’esperienza? Perché è una delle azioni più forti per sensibilizzare la rete e tutta la società su cosa significa avere questa neurodiversità.
Per chi vive la dislessia anche leggere una frase semplice può risultare complesso e stancante, richiedendo molto più sforzo e concentrazione. L’obiettivo, è far capire attraverso un ‘esperienza diretta, quali difficoltà deve affrontare un bambino o ragazzo che ha questa caratteristica neurobiologica. La dislessia non è legata all’intelligenza o alla capacità di comprensione. I DSA infatti non sono una una malattia ma un diverso neuro funzionamento e sono una caratteristica innata e permanente che accompagna la persona per tutta la vita. La dislessia è il disturbo dell’apprendimento più comune, con una prevalenza stimata tra il 5% e il 10% della popolazione mondiale. In Italia, si attesta che interessi circa 200.000 studenti. La scuola generalmente è il primo luogo dove ci si accorge se il bambino ha difficoltà di lettura, scrittura o calcolo. Purtroppo , ancora oggi molti bambini e ragazzi (ed anche adulti) non ricevono un’adeguata diagnosi o supporto: per questo motivo la prevenzione nel riconoscimento dei sintomi è fondamentale. Fondazione Irene crede fermamente che l’educazione e l’apprendimento siano diritti universali. Poter garantire le stesse opportunità a tutti bambini e ragazzi è necessario, affinché trovino la loro strada di realizzazione e autonomia.
Come afferma Irene Signorotto, presidente di Fondazione Irene ETS: “Ogni giorno la Fondazione si impegna per tutelare il diritto all’apprendimento che poi diventa libertà della propria identità e garanzia dell’indipendenza di pensiero”. Per eliminare barriere e pregiudizi Fondazione Irene, invita scuole, istituzioni ed enti a utilizzare il simulatore come strumento di formazione e consapevolezza, per contribuire alla costruzione di una società più inclusiva e attenta alle neurodiversità.
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