Il gatto dagli occhi d’oro

“…Perchè lei ha una mamma e anche se vive in una baracca in mezzo alle paludi avere una mamma, un cane e anche un’amica venuta dall’Africa e un’altra venuta da una casa piena di libri, amiche che ti vogliono bene, è una ricchezza, anzi è “la ricchezza” e il resto sono sciocchezze”.

Il gatto dagli occhi d’oro, di Silvana De Mari

La recensione della settimana: Il gatto dagli occhi d’oro, di Silvana De Mari

gatto

Tratto dal libro

Esistono libri capace di farti amare ogni singola riga perchè non hanno nulla fuori posto, nemmeno una parola. Il gatto dagli occhi d’oro è uno di questi libri. Scritto in terza persona in una maniera semplice e diretta racconta in modo lineare e scorrevole la storia di una bambina chiamata Leila, come la principessa di Guerre Stellari.

Il prologo si apre con due bambini che scappano. Una camionetta con degli uomini li stanno inseguendo. I due bambini si rifugiano dentro un vecchio edificio, che era un tribunale dell’inquisizione dove le streghe venivano bruciate. I due bambini sono ebrei e il più piccolo ha con s’è una fetta di finto salame di maiale, da mangiare di fronte ai nazisti per provare di essere uno qualunque. Ma la sorella gli dice che stavolta non funzionerà. Il bambino sta per mettersi a piangere, poi vede un gatto dagli occhi d’oro e gli offre il cibo (è d’oca). Quando gli uomini entrano nell’edificio, il gatto scappa nel sotterraneo e i bambini lo seguono nel labirinto delle catacombe per poi uscire sul fianco della collina, al sicuro. Il gatto pian piano svanisce.

Il libro si apre con il primo giorno di scuola media di Leila, la protagonista. La ragazza è povera, senza padre, vive in una baracca e sua madre lavora tutto il giorno pulendo le scale e allevando vermi. Sin dal primo giorno di scuola diventa lo zimbello della classe e anche le docenti la trattano male. Uno squarcio di scuola dove chi dovrebbe educare non è in grado perchè manca di empatia nei confronti di qualcuno, un bambino, cresciuto in povertà.

GattoOcchiOroLeila vede un gatto nero sul tetto e per dargli da mangiare la bambina si arrampica sul tetto. Il caos che provoca una bambina sul tetto della scuola durante l’orario di lezione fa riacquistare alla protagonista un pò di rispetto dalla classe.

“E’ passata dal genere “straccione-incapace-decisamente scemo” al “trasgressivo-ribelle-un pò matto”, che è anni luce al di sopra del precedente”

Ogni volta che è triste, con lo sguardo incrocia quello del gatto e dentro di sè trova la forza di resistere e ridimensionare l’importanza di ciò che le viene detto, trovando così un posto tra i compagni.

Il preside decide di assegnare ad ogni classe dei temi, e al gruppo di Fiamma, Leila, Umberto e Ursula capita Halloween. Fiamma è una delle più brave della classe, eppure è affascinata da Leila, dal suo modo di essere e dai suoi temi. Gli altri due invece la prendono sempre in giro. Nel corso dell’anno i bambini si incontrnao di pomeriggio nelle case e vengono presentate le loro famiglie. Ursula ha una madre ossessionata dalla bellezza, per cui nulla è mai abbastanza, mentre Umberto ha un padre aggressivo ossessionato dal calcio. E Leila spesso pensa che Umberto sia un pò come Faramir, quando scopre che suo padre vuole mandarlo a morire inutilmente perchè non lo ama.

Leila ha anche una migliore amica, Maryam, una bambina che non è potuta andare alle scuole medie perchè etiope, infatti i suoi genitori non pensano che le femmine dovrebbero essere istruite. In un modo leggero (leggero perchè scorrevole e adatto a bambini, non leggero di contenuti!) si notano le differenze tra le persone privilegiate e quelle povere e le differenze abissali tra le due categorie. Differenza che si ripercuotono anche sui bambini.

All’ennesima sfuriata e umiliazione della professoressa di italiano, Leila trova il coraggio di ribellarsi.

Un libro stupendo, capace di toccarti, di una scrittrice davvero brava.

Lo consiglio caldamente a tutti. Adatto sia per gli adulti che per i bambini.

Io di sicuro cercherò altre opere della stessa scrittrice.

Buona lettura!

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