La legislazione del lavoro analizzata dal punto di vita storico

Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista hanno promosso un excursus sotrico sulla legislazione del lavoro

È partita dal 1300 l’analisi di Michele Azzerri riguardo la legislazione del lavoro.

Nella sede del PD in Via delle Margherite si è svolto l’incontro-dibattito che ha avuto come cardine l’analisi storica di alcuni aspetti della vita operaia.

I punti che Azzerri ha voluto mettere in risalto riguardavano:

“Tutta la legislazione che tendeva a migliorare le condizioni delle masse lavoratrici.

Le quali erano pervenute a queste concessioni grazie alle grandi lotte operaie.

Questi sforzi, però, sono stati resi vani nella seconda parte del XX secolo.

Con tutta una serie di modifiche peggiorative delle condizioni di lavoro”.

Un excursus storico, insomma, sul tema dell’orario di lavoro.

Il convegno è stato promosso dal Centro Studi “Livio Maitan”, in collaborazione con Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista.

“Secondo noi – afferma Azzerri – è importante affermare che per rilanciare politiche volte a salvaguardare le fasce sociali più deboli è importante studiare il passato.

Guardare agli errori che sono stati commessi, soprattutto negli ultimi trent’anni, ed evitare di ripeterli.

Noi riteniamo che le responsabilità politiche del peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori vadano imputate a governi sia di Centro-Destra che di Centro-Sinistra.

Bisogna perciò ricostruire delle formazioni politiche dedicate alle lotte sindacali.

Che siano però indipendenti dai movimenti di Centro-Sinistra.

L’autonomia di chi difende le classi lavoratrici è un punto fondamentale.

Ad Aprilia – continua Azzerri – siamo arrivati da circa sei mesi.

Abbiamo portavo avanti campagne locali che hanno avuto eco anche a livello nazionale.

Siamo stati attivi, insieme ad altri movimenti, nel Comitato per il “No” al Referendum.

In futuro abbiamo in programma di portare avanti la nostra lotta per migliorare le condizioni di vita degli operai.

E di creare movimenti politici che si muovano in completa autonomia“.

di Massimo Pacetti

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