Cyberbullismo: 235 casi in un anno rivelati dalla Polizia Postale

La Polizia Postale rivela che in un anno 235 minori sono stati vittime di reato e lancia la campagna “Una vita da social”

La polizia postale rivela i dati del 2016 e lancia la campagna “Una vita da social”.

Campagna per educare e sensibilizzare su un fenomeno sempre più diffuso tra i giovanissimi.

Nell’ultimo anno sono stati 235 i casi trattati di cyberbullismo.

Cioè le denunce in cui i minori sono risultati essere vittime di reato.

Lo dicono i dati forniti dalla polizia postale e delle comunicazioni.

Secondo un’indagine sull’hate speech dell’Università di Firenze, l’11% dei giovani approva gli insulti sui social.

Proprio per educare e sensibilizzare su fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo, la polizia ha lanciato la campagna itinerante “Una vita da social”.

Nello specifico nel 2016 sono stati segnalati 88 casi di minacce, ingiurie e molestie.

70 furti d’identità digitale sui social network, 42 diffamazioni online, 27 diffusioni di materiale pedopornografico, 8 casi di stalking.

Sono stati 31, poi, i minori che sono stati denunciati all’autorità responsabile perché ritenuti responsabili di reati.

11 per diffamazione online, 10 per diffusione di materiale pedopornografico, 6 per minacce, ingiurie e molestie, 3 per furto d’identità digitale sui social network, 1 per stalking.

La campagna della polizia

Il bullismo e il cyberbullismo sono problemi sempre più diffusi, soprattutto tra i giovanissimi.

Circa 2 ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo.

Ai numeri sopra, infatti, andrebbero aggiunti quelli di chi ne è vittima ma non denuncia.

Proprio per educare e sensibilizzare sempre più persone,oggi si terrà la Safer Internet Day.

Cioè la giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo.

In più la polizia postale, alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini e in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, ha lanciato la quarta edizione della campagna itinerante “Una vita da social”.

In Piazza Montecitorio, in un camion brandizzato, per tutta la giornata gli esperti accolgono studenti, professori e genitori per affrontare insieme il tema del cyberbullismo, dei social network, dell’adescamento online, dell’importanza della privacy.

Poi la campagna si sposterà in una quarantina di altre città italiane.

L’obiettivo è quello di spiegare con un linguaggio semplice i rischi e di prevenire episodi di violenza.

Responsabilizzando i più giovani sull’uso delle parole anche su internet.

Il Safer Internet Day 2017, dal titolo “Be the change: unite for a better internet”, ha proprio l’obiettivo di far riflettere i ragazzi sull’uso consapevole della rete.

A questo proposito è stata condotta un’indagine sull’hate speech tra ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni.

Essa rivela che l’11% degli intervistati dichiara di approvare insulti rivolti a personaggi famosi.

In virtù di una più generale “libertà di esprimere ciò che si pensa” e che al 13% è capitato di insultare un vip online.

Anche per quanto riguarda i commenti pesanti rivolti ai coetanei.

Si conferma l’effetto di disinibizione dello “schermo” .

Nel facilitare comportamenti che non verrebbero messi in atto così facilmente se si fosse di fronte all’altra persona.

L’indagine, affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze, svela anche che il 40% degli intervistati trascorre online più di 5 ore al giorno.

Il 14% degli intervistati, inoltre, dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o falsa.

di Anna Catalano

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