Incendio al dearsenizzatore, la preoccupazione dei cittadini

L’incendio scoppiato nella giornata di sabato all’impianto di dearsenizzazione fa scattare l’allarme tra i cittadini sui prodotti alimentari

I cittadini di Aprilia dedicheranno probabilmente tutto il mese di agosto a chiedersi quali saranno le conseguenze dell’incendio di sabato scorso.

L’impianto di dearsenizzazione dell’acqua è stato fortemente compromesso dalle fiamme e, per questo, per l’uso domestico è stato istituito il servizio idrico sostitutivo a mezzo autobotte.

Ma la preoccupazione maggiore riguarda gli esercizi commerciali.

Sui canali social dedicati alla nostra città, infatti, si susseguono le domande su come verrà affrontata la crisi idrica di questi giorni.

Come faranno i forni a fare il pane?

E i bar con i caffè?

Preoccupazioni più che legittime, visto che si tratta di alimenti di primaria importanza nel quotidiano.

Qualcuno ha provato a stemperare la preoccupazione, assicurando che gli esercizi in questione

quasi tutti sono dotati di sistemi di filtraggio dell’acqua“.

Altri, invece, hanno mostrato più scetticismo:

Ok i sistemi di filtraggio, ma l’arsenico è tutta un’altra cosa“.

All’interno della discussione nata da un post su un noto gruppo Facebook che raccoglie più di 16.000 membri, è intervenuta anche una dipendente di un forno.

La quale ha potuto fare chiarezza sulle perplessità nate tra la cittadinanza:

Abbiamo sistemi di vaporizzatori per l’acqua a 100 gradi.

Siamo anche inscritti alla Confcommercio, che sa gestire situazioni di questo genere.

In caso di allarme avremmo saputo come comportarci”.

Nonostante queste rassicurazioni di una professionista del settore, qualche perplessità è inevitabilmente sopravvissuta.

Ma qui si tratta di salute pubblica, la cosa più normale che possa accadere è che non si dia nulla per scontato.

Fino alla pubblicazione ufficiale dei dati riguardanti l’acqua, comunque, non si potrà avere un quadro definitivo della situazione.

Che però preoccupa, e non poco, tutti gli abitanti di Aprilia.

di Massimo Pacetti

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