Occupazione palazzi ex Canebi: ecco la situazione all’interno

I residenti del Quartiere Agroverde hanno scattato delle foto per documentare la situazione dell’occupazione

La situazione della ex Canebi è tragica, e questo si sa da tempo.

Così come si sa da tempo che i residenti del Quartiere Agroverde, zona in cui sorgono questi palazzi, sono esasperati da quanto accade.

Qualcuno ha scattato delle foto che la Vice Presidente del Comitato di Quartiere, Elisabetta Di Brigida, commenta in questo modo:

“Da quello che ho ricevuto  – spiega la professoressa – si vede chiaramente che ci sono persone all’interno degli appartamenti.

Si vedono anche molti oggetti ammassati, come ad esempio vestiti.

L’unica conclusione che si può trarre è che quei palazzi non sono abbandonati, ma regolarmente abitati.

La densità non è molto alta, ma la situazione non per questo è meno grave.

Ora che l’autoparco, finora deputato all’accoglienza dei bisognosi, verrà sgomberato, questa gente avrà bisogno di un altro posto dove riparare.

Quei palazzi si prestano a tali scopi, ma le condizioni in cui versano mettono in serio pericolo igienico sanitario tutti i residenti della zona.

Abbiamo ricevuto molte testimonianze di persone che hanno assistito allo sversamento di liquami dai balconi.

È stato fatto un esposto al prefetto – continua la Di Brigida – ma ci è stato risposto che ci sono dei tempi da rispettare prima di poterlo ripresentare.

Ma il problema va avanti da molto più dei 60 giorni che ci sono stati indicati.

Il Sindaco ed i Carabinieri, che hanno la caserma proprio lì di fronte, sono a conoscenza della situazione”.

La questione dei rifiuti

Come se non bastasse, c’è anche un altro problema.

Ovvero l’abbandono indiscriminato dei rifiuti proprio nei pressi del complesso edilizio (teoricamente) abbandonato:

“Come Comitato – sottolinea la Vice Presidente del Comitato di Quartiere – ci stiamo muovendo anche con l’ufficio igiene della ASL.

Perché il problema riguarda anche l’accumulo dei rifiuti accanto ai bandoni che circondano gli stabili.

Sta diventando una discarica a cielo aperto, in cui tutti i non iscritti al registro della Tari approfittano per gettare i propri rifiuti.

Chiediamo più sicurezza e più controlli.

Perché – conclude la Di Brigida – non si può continuare solo a raccogliere l’immondizia che si accumula.

Bisogna agire alla radice del problema, individuando e punendo i colpevoli”.

di Massimo Pacetti

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