Paura e abbandono al parcheggio di Campoleone

I pendolari sono esausti

Nonostante i continui richiami e un forte malcontento da parte dei pendolari di Campoleone, il Comune di Aprilia non ha ancora mosso un dito per garantire la sicurezza del parcheggio della stazione. Tutta la giunta comunale aveva assicurato in breve tempo la messa in sicurezza con l’installazione di videocamere collegate direttamente con le postazione di Polizia o comunque con le autorità, un’illuminazione adatta a coprire il vasto territorio dove sorge il parcheggio. Oltretutto, i parcheggi sono alcuni a pagamento ed altri con strisce bianche (i più scelti), si trovano almeno a 600-700 mt dalla stazione.

Per non parlare del sottopassaggio che unisce la zona parcheggio alla stazione, buio, isolato, sporco, cani randagi che gironzolano, dunque, un luogo adatto e aperto a situazioni di degrado ambientale e violenza. Stiamo parlando di una stazione che è tra le più importanti d’Italia come snodo principale che collega la provincia di Latina con quella di Roma, e soprattutto, collega il Nord con il Sud Italia. I pendolari oltre a subire perennemente ritardi, a salire su treni fatiscenti, maleodoranti, stretti uno all’altro (maggiormente sui treni della mattina presto e della sera) e soprattutto dove si riversano tutti i tipi di accattoni (l’accattonaggio è un reato), sono fortemente preoccupati ed hanno paura che la situazione non cambi presto se solo si considerano i tempi biblici della nostra burocrazia. Una buona soluzione sembra invece essere la costruzione di un piccolo parcheggio in Via Tufello sempre a Campoleone. In quella zona vicino ad un bar e alla posta, i veicoli vengono parcheggiati nella via in fila indiana mettendo a disagio gli automobilisti, bloccando il doppio senso di circolazione. Dal neo parcheggio che sorgerà tra pochi mesi si ricaveranno circa 10 posti auto e almeno 8 posti per i motocicli; è stato variato il piano regolatore ed accettato dal Comune. L’appezzamento di terra è stato donato da un privato al Comune di Aprilia.

Melania Orazi