Reggia di Turno, quella sorgente simbolica da difendere e tutelare

Il comitato Borghi Rurali di Casalazzara in difesa del territorio della borgata caratterizzata da un sottosuolo ricco di acque di qualità e purezza. Nuovo appello al sindaco di Aprilia

“Ci ritroviamo ancora una volta a dover scrivere per difendere il nostro territorio, l’ambiente, le acque, la nostra salute, la salute di tutti i cittadini. La foto rappresenta la sorgente Reggia di Turno (gentilmente fornita dalla famiglia Perotto), è il simbolo più rappresentativo della nostra comunità, una sorgente classificata come acqua termale che sgorga in una zona ricca di acque di qualità e purezza tali da spingere la regione anni or sono, a realizzare pozzi per il suo emungimento, pozzi ritenuti strategici per l’approvvigionamento dell’acqua. Ogni bene così prezioso va tutelato e preservato, per questo motivo sono posti per legge vincoli fortemente restrittivi, che sono tali nel momento in cui si sono individuati e realizzati i pozzi regionali. Stranamente però, solo da poco ne è stata riconosciuta ed esteso per l’intera zona a monte, questo grazie alla determinazione dei proprietari della fonte San Vincenzo, che nonostante le immense difficoltà, alla fine si sono visti riconoscere un diritto, che dovrebbe essere automatico”.


(Foto “storica” della sorgente Reggia di Turno, diffusa dal comitato Borghi Rurali)

Il comitato Borghi Rurali, di Casalazzara, lancia con una nuova nota scritta le sue profonde preoccupazioni per i rischi che corre la borgata, caratterizzata da un sottosuolo ricco di acque sorgive pure e di qualità.

“Facciamo un appello pubblico – dicono – al presidente della Regione Lazio, al presidente della Provincia di Latina, ma soprattutto al sindaco di Aprilia Antonio Terra, che quale primo cittadino, deve tutelare la sua popolazione, le persone che vengono minacciate da colossi finanziari il cui unico scopo è quello di speculare, sfruttare le risorse fino al loro esaurimento senza nessun rispetto per la natura. Vogliamo che venga messa fine una volta per tutte al continuo gioco allo sfruttamento di quella porzione di terra, ovvero il sito ex Yale, dove possa sorgere qualcosa che sia compatibile con i vincoli circostanti, con il verde e la natura, e venga posta fine a quella che noi definiamo speculazione pura e semplice. Ci auguriamo che le autorità competenti si attivino quanto prima, e si fermi la realizzazione di questo impianto, che con queste premesse, tutto fa tranne avere il rispetto per l’ambiente, per il nostro territorio e per noi cittadini”.

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