Sacida: continua l’opera del Comitato di quartiere

Comitato Sacida: “Ristori ammontanti a circa un milione e 700 mila euro non sono possibili da utilizzare”

“Ogni impianto dovrebbe essere in grado di rispettare dei canoni di sicurezza e vivibilità, criteri a cui apparentemente la Rida sembrerebbe non riuscire ancora ad adeguarsi, perché?”
Questo è quanto sostiene il Comitato Sacida, che racconta in un’intervista il motivo della protesta sollevata nei confronti dell’Amministrazione verso le problematiche della borgata e forse anche troppo poco attenta ad informare i cittadini su di un tema delicato come può essere l’ambiente. Inoltre i due più alti rappresentanti del Comitato, Mary e Salvatore, denunciano e criticano la mancanza di figure tecniche che controllano se l’impianto stesso rispetti certi provvedimenti e le normative vigenti. Le domande che si pongono sono tante ed a tutt’oggi ancora senza risposta. Di seguito le loro parole:

“Abbiamo costituito un’associazione tra comitati: un coordinamento che ha preso forma grazie alla partecipazione di comitati presenti sul territorio, non solo quello apriliano, bensì provinciale. Dare vita a questa co-partecipazione di persone servirebbe anche a mettere fine ad un discorso che da troppo tempo va avanti, ossia quello di scongiurare ogni tipo di costruzione in un certo luogo per poi fare la medesima realizzazione al confine. Questo ragionamento non può essere accettato.”

L’inizio della protesta

“Nel 2010 abbiamo spedito una lettera al Comune di Aprilia. Nella stessa si evinceva che il malcontento generale dipendeva non dalla chiusura dell’impianto, ma ad una sua normalizzazione in termini di legge. Tanto è vero che è stato concesso alla Rida un aumento della lavorazione per tonnellaggio e in vista di ciò sono state emanate 148 disposizioni in modo da poter attenuare i disagi e meglio regolamentare le attività. Ma il vero tormento per gli abitanti della zona Sacida-Cinque Archi è dipeso dalle emissioni odorigene provenienti dai camion stracolmi di spazzatura, che transitano praticamente sotto le abitazioni. I rumori dei macchinari attualmente sembrerebbero la fonte di maggior disturbo.
Ogni impianto dovrebbe essere in grado di rispettare dei canoni di sicurezza e vivibilità, criteri che la Rida sembra non riuscire ancora ad adempiere, perché? E’ comprensibile che ci voglia del tempo, ma sono 4 anni che aspettiamo! E’ oltremodo importante sottolineare che i miasmi si sono largamente attenuati; un grosso passo avanti è stato fatto dall’innesto della differenziata che permette una migliore gestione e controllo nel conferimento dei rifiuti.
La raccolta differenziata era prevista ad Aprilia, ci domandiamo per quale motivo è stato autorizzato il raddoppio. La Provincia autorizza a raccogliere 380 mila tonnellate ma alla Rida la stessa o la Regione Lazio concede l’aumento del conferimento andando oltre ai parametri di produzione di rifiuti che la Provincia stessa produce.”

Comitato Sacida

I provvedimenti non ancora applicati

“Ci sono dei provvedimenti che la Pubblica Amministrazione quindi il Comune non applica o è poco attenta ad applicare. Per meglio dire l’ente comunale ha l’obbligo di avvisare ed informare i cittadini su tutti i provvedimenti in tema di ambiente, ma a tutt’oggi ciò non viene fatto. Essere aggiornati per i cittadini è fondamentale. Inoltre la Rida come qualsiasi impianto simile dovrebbe adeguarsi a delle prescrizioni per essere al passo con le normative vigenti, ma gli stessi invece di diminuire aumentano. Manca anche la figura che controlla se queste prescrizioni vengano rispettate, dettando anche i tempi di adeguamento alla direttiva. Tuttavia l’assessorato all’ambiente regionale è composto da circa 17 persone, tra di essi vi è un tecnico che possa effettivamente valutare se l’impatto ambientale sia realmente dannoso o meno? Infatti la stesura del VIA (Valutazione impatto ambientale) e dell’AIA (Autorizzazione impatto ambientale) non è altro che il copia ed incolla dell’istanza; il controllo a monte non viene effettuato e quindi la valutazione tecnico-amministrativa è insufficiente. E’ vero che esiste anche la soluzione dell’autocertificazione, ma l’ente amministrativo come può accettare un documento simile su un circostanza tecnica. La probabile mancanza di questa figura è un sintomo di scarsa idoneità, attenzione ed accortezza ad un tema così importante come può essere l’ambiente. E’ ovviamente necessario introdurre qualora mancassero queste figure professionali, di cui si pensa anche l’Arpa ne sia sprovvista. Oltretutto come fa questo organo a fare dei controlli sul territorio ed a rilevare le emissioni odorigene se a monte non vi è una normativa regionale vigente che detta dei principi fondamentali ed i parametri entro cui tali emissioni non possono dirsi molesti? Inoltre, è presente una normativa che precisa dove e come i nasi elettronici devo essere utilizzati e la loro taratura?”

Da codice penale

“Il codice penale afferma che in mancanza di normative che vigilino sulle emissioni odorigene, il Sindaco come primo pilastro su cui si fonda la sicurezza e la tutela ambientale per i cittadini, ha la facoltà di denunciare il fatto al giudice competente, in questo caso del Tribunale di Latina, e lo stesso può deliberare se tali emissioni oltrepassino il limite di sopportabilità umana. Nessuna risposta.
Quello che noi del Comitato Sacida chiediamo al Comune è una maggiore attenzione alle problematiche elencate; ci sentiamo abbandonati e presi poco sul serio.”

“Tasse sì, servizi pochi”

Il Comitato Sacida si aggiunge al filone dei quartieri tartassati dalle imposte comunali con scarso riscontro in termini di servizi di prima necessità: “Gli interventi di solito sono a lunga gettata e di bassa qualità. Ad esempio erano previste delle azioni di ripristino del ponticello in via dei Cinque Archi, la rimessa in sesto del manto stradale in via Valtellina e via Valfurba. Per quest’ultima il Comitato aveva richiesto la precedenza per agevolare la percorribilità in auto ad una bambina che soffre di una malattia all’apparato osseo. Anche altri interventi erano previsti: la realizzazione di una rete fognaria e l’installazione di nuova illuminazione. Secondo poi è stato previsto un benefit ambientale sotto forma di ristori ammontanti a circa un milione e 700 mila euro, per le opere pubbliche da dedicare al quartiere Sacida-Campoverde. Tale cifra sembrerebbe però impossibile da utilizzare per i fini elencati, motivo per cui è stato fatto un esposto alla Corte dei Conti, ed il tutto è ancora in attesa di risposta.”

Melania Orazi

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