Correre a ritmo di yoga

Per ottenere risultati migliori è consigliato associare alla corsa la pratica dello yoga

Danzare e correre agitano la chimica della felicità.
(Mason Cooley)

Praticare attività fisica fa bene non solo al corpo, ma anche alla mente: aiuta a scaricare lo stress, la tensione, a tenere sotto controllo l’ansia e gli attacchi di panico. È un fenomeno che si spiega facilmente grazie alle reazioni chimiche che avvengono nell’organismo e che influiscono anche sull’umore.

La corsa e l’attività fisica in generale stimolano nell’ipofisi la produzione di endorfine, neurotrasmettitori con proprietà analgesiche, che causano, a seconda della quantità rilasciata, euforia o sonnolenza. A proposito della sensazione di euforia che può essere causata dalle endorfine, c’è un fenomeno chiamato Runner’s high: si riscontra in sportivi professionisti, poiché per verificarsi è necessario uno sforzo prolungato di almeno trenta minuti ed è tipico ad esempio dei maratoneti.

Per affrontare la corsa al meglio, è spesso consigliato associare all’allenamento la pratica dello yoga poiché, praticare yoga in funzione della corsa significa applicare i principi appresi sul tappetino e trasferirli “sulla strada” a proprio vantaggio. La conoscenza che un praticante yoga ha del proprio corpo gli permette di correre in maniera consapevole e con il giusto atteggiamento mentale.
Quando si fonde la corsa con l’aspetto olistico si modifica il modo di correre, trasformando lo jogging da semplice sport a pratica di consapevolezza, viene messo da parte un atteggiamento agonistico per permettere a mente e corpo di lavorare insieme.

corsa
Lo yoga prepara il corpo e la mente prima della corsa, favorisce il mantenimento di una buona postura e, praticato dopo, riporta ossigeno ai tessuti muscolari riparandoli da eventuali microtraumi e riallungandoli; inoltre, attraverso gli esercizi di respirazione, si impara a gestire il respiro in modo costante e profondo, sfruttando tutta la capacità polmonare.
Lo yoga esercita equilibrio e consapevolezza: due qualità che possono essere utilizzate nei momenti più difficili della corsa quando, piuttosto che forzare i propri limiti rischiando infortuni, è meglio saperli riconoscere e fermarsi. Tutto ciò è possibile grazie ad una migliore percezione del proprio corpo e per questo si è in grado di capire quando si raggiunge il limite e fermarsi per prevenire incidenti. Chi corre e pratica yoga è avvantaggiato rispetto ad altri podisti proprio perché ha sviluppato la capacità di ascoltarsi.

Diversi studi pubblicati sul British Journal of Sports Medicine hanno dimostrato l’efficacia della corsa nelle terapie antidepressive, fino a poter sostituire, in alcuni casi, l’azione dei farmaci se praticata 20 minuti al giorno.
La corsa, in realtà, è uno dei pochi sport in cui “si vola” dato che il corpo per quasi la metà del tempo è sollevato dal suolo, condizione opposta, anche a livello simbolico, a quella in cui si trova il depresso, che si sente “a terra”, riequilibrando questa situazione.

Alessia Locicero

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