Quello strano complesso di inferiorità

Una riflessione su come evitare di indebitarsi oltre ogni ragionevole limite!

In queste settimane così movimentate sul fronte economico/finanziario, di fronte alle notizie che giungono da oltre oceano sulla crisi dell’economia a stelle e strisce, sui fallimenti di colossi bancari che mai avremmo messo in discussione, sulla crisi del mercato del credito e dinanzi alle montagne russe tracciate dai grafici dei listini azionari di tutto il mondo, mi è venuto spontaneo riflettere su uno strano, radicato e diffuso complesso di inferiorità di noi italiani nei confronti, in particolar modo, di altre nazioni del mondo “evoluto” occidentale.
L’indebitamento delle famiglie, ci dicono, è una cosa buona perché stimola i consumi e alimenta l’economia, facendo circolare denaro e diffondendo ricchezza, lavoro e prosperità.
Non ci dicono però quali sono i limiti oltre i quali questo meccanismo si inceppa e ci collassa addosso innescando a catena il meccanismo contrario. Quello che sta accadendo negli USA, costituisce un esempio lampante. L’importante è concedere muti, leasing, prestiti, finanziamenti a tutti e sostenere l’economia, ma quando la famiglia dei due posti di lavoro ne perde uno e non riesce più a pagare; quando il lavoro da full time diventa part time e devo scegliere tra la spesa e la rata mi chiedo cosa faccia per me quell’economia che ho sostenuto con le mie spese e se sia stato davvero così importante possedere il superfluo oggetto dei miei desideri tanto da indebitarmi oltre ogni ragionevole limite!
Cerchiamo di emanciparci dalla diffusa esterofilia che ci fa vedere l’erba del vicino sempre più verde della nostra. Impariamo e replichiamo le virtù degli altri ma biasimiamone i vizi. A volte siamo i primi della classe e non ce ne accorgiamo: così eravamo gente semplice ed equilibrata anche nell’economia domestica (se posso lo compro, altrimenti lo comprerò, forse, la prossima volta) e ci siamo lasciati corrompere dalla smania di apparire e possedere ad ogni costo.
  Oltre il 30/35% del proprio reddito non è mai prudente indebitarsi. L’insolvenza eventuale si ripercuoterebbe tragicamente nella nostra realtà familiare e anche su quella economia che (ma che bella scusa ci siamo trovati!!) avevamo tanto intenzione di sostenere.

Dottor Federico Rinaldi
Scrivi a: consulentefinanziario@sferamagazine.it

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