Arsenico: è veramente allarme?

Preoccupazioni anche nelle acque minerali
PARERI DISCORDANTI RIGUARDO LA PRESENZA DELLA SOSTANZA NOCIVA NELLE ACQUE PUBBLICHE.

Secondo quanto emerso dall’indagine condotta nei giorni passati in diversi comuni d’Italia, la contaminazione dell’acqua pubblica esporrebbe la popolazione al rischio di gravi malattie cancerogene. In molte città infatti, i limiti fissati da Bruxelless in 10 microgrammi per litro, non vengono rispettati e i cittadini sono esposti a pericolo.
Pareri discordanti in proposito. Secondo il nostro Ministero della Salute recenti studi confermano che non ci sono pericoli neanche se la soglia di arsenico supera i i 20 microgrammi per litro, l’UE afferma invece che oltre i 20 microgrammi il rischio di cancro aumenta a dismisura, esponendo i cittadini ad un pericolo troppo alto. ’acqua minerale è una vera e propria mania per gli italiani che risultano essere tra i maggiori consumatori a livello mondiale. Secondo l’Aduc in Italia le 160 aziende che imbottigliano l’acqua generano un fatturato di oltre 2 miliardi all’anno. Ma non tutti sanno che tra gli elementi presenti in tracce nelle acque minerali italiane ci sono arsenico, uranio, alluminio, berillio, fluoro e altre sostanze potenzialmente nocive. E soprattutto che i limiti per la presenza di queste sostanze sono più alti nelle acque minerali che in quelle potabili. In alcuni casi sono addirittura inesistenti. A dissipare l’idea che le acque minerali in bottiglia possano essere un buon rifugio di fronte ad acque di rubinetto distribuite da comuni che faticano ad allinearsi ai parametri di sicurezza imposti dall’Europa ci pensa un articolo pubblicato sul numero di maggio della rivista “Le Scienze”, firmato da sette scienziati delle Università di Napoli, del Sannio, di Bologna e di Cagliari, e che riassume i risultati italiani di una ricerca europea sulla qualità delle acque minerali imbottigliate.

Le conclusioni dell’articolo non sono apocalittiche, e salvano in linea di massima le acque in commercio, ma con la precisazione che in alcuni casi la presenza di elementi nocivi supera valori limite e linee guida, e che in tutte le acque ci sono tracce di elementi che potrebbero essere nocivi per la salute.
Tra le sostanze che beviamo nelle acque minerali c’è il famigerato arsenico: benché tutte le acque minerali analizzate nella ricerca non superino il valore limite di 10 microgrammi per litro, le acque di nove marche, nelle quali la concentrazione di arsenico supera i 5 microgrammi per litro, dovrebbero essere costantemente monitorate, secondo i ricercatori, anche in considerazione del fatto che a livello internazionale si sta discutendo di abbassare il valore limite proprio a 5 microgrammi per litro. Sostanza meno nota è il berillio, per il quale in Italia esistono norme stringenti: se l’acqua di una falda acquifera ne presenta una concentrazione che supera i 4 microgrammi per litro, per la legge italiana serve un intervento di bonifica delle acque, anche quando non destinate al consumo umano.
Quindi anziché rimanere vittime di allarmismi e avventarsi nei supermercati a comprare acqua in bottiglie di plastica valutiamo attentamente la nostra scelta.

Cristina Farina

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