Bambini e parolacce

BAMBINI E PAROLACCE
Iniziano a dirle molto presto, di solito prima di andare alle elementari: le ascoltano all’asilo, nel parco giochi, nel cortile sotto casa…e in televisione

Ad un mese dall’uscita del film “I soliti Idioti” che hanno da anni il famosissimo slogan “Dai c…..!” ci si chiede se oramai quello che in passato era chiamato turpiloquio oggi sia stato completamente assorbito nel linguaggio comune. Non che si voglia fare del banale moralismo, dato che c’è ben altra volgarità che va combattuta, ed inoltre a mio avviso volgari non sono mai le parole di per se , ma dipende dalla maestria, l’intelligenza e soprattutto il contesto nel quale vengono pronunciate, ma mi chiedo quali le conseguenza per i bambini che si sentono liberi di riportare certe espressioni senza magari saperne il significato e con troppa facilità.
La parolaccia è vecchia quanto il mondo la dicevano i nostri nonni e la ritroviamo nei maggiori classici, da Omero a Flaubert facciamo quindi una scelta educativa non imponendo ai nostri bambini e ai nostri adolescenti un linguaggio, assente di vocaboli sconci e scurrili ma spiegando loro perché è preferibile usarne uno pulito.
Per i più piccini la prima parolaccia arriva verso i 4 anni quando il bambino è cosciente di dire una brutta parola e può avere tanti motivi per ripeterla come farsi notare, per sfidare i genitori o per una sorta di imitazione degli adulti.
In questi casi è consigliabile farlo riflettere con semplici domande sul loro significato e l’effetto che fa e nel caso lui continuasse mostrarsi indifferente. Nel caso però diventi un’abitudine i grandi possono essere d’esempio utilizzando espressioni alternative “accidenti!” “capperi” etc.
E’ indispensabile essere sempre costanti, se è necessario rimproverare il bimbo, non rimproverare il se dice una parolaccia solo in certe occasioni, ma bisogna farlo sempre, ovviamente in maniera pacata ! Quando si rimprovera un bimbo per un qualsiasi motivo oppure gli si nega qualcosa, é assolutamente necessario che, se si ripresenta la stessa situazione, il comportamento del genitore sia lo stesso. Questo è fondamentale poiché così il bimbo capirà veramente il significato del rimprovero o del no.
Le reazioni aggressive sono comunque, come negli altri casi, poco efficaci …

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