Cyberbullismo: l’Italia è il 9° Paese più colpito

Il “Cyberbullismo” al centro di uno studio dell’Università Niccolò Cusano. Il Nord-Est è la zona più “cattiva”, le isole le meno influenzate dal problema.

Cyberbullismo, ovvero “bullismo 2.0.”

Una volta il bullo era quello che in classe o in cortile metteva in imbarazzo qualche compagno più timido, adesso il fenomeno è più ampio.

Quando si parla di cyberbullismo, infatti, si intende il bullismo attraverso la rete.

E la rete è vastissima.

Così come lo sono i modi in cui i bulli, maschi o femmine che siano, possono mettere in atto le loro prepotenze.

L’Università Niccolò Cusano ha stilato un grafico che analizza nel dettaglio la situazione del fenomeno in tutto il mondo.

La nazione più colpita dal fenomeno è la Nuova Zelanda, che condivide il podio con Irlanda e Stati Uniti.

L’Italia è al nono posto, con il Nord-Est che si segnala come la zona più cattiva del Paese.

Il 35% degli intervistati di quella zona, infatti, afferma di essere stato oggetto di insulti o prese in giro almeno una volta l’anno, mentre il 24% ha dichiarato di aver avuto problemi più volte al mese.

Nelle isole, invece, il tasso di vessazioni annuali sale al 37%, mentre quelle mensili scendono fino al 12%.

Ma quali sono i metodi con cui il cyberbullismo viene messo in atto?

Secondo l’indagine universitaria gli obiettivi dei cyberbulli sono intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere le loro vittime.

I metodi più utilizzati sono offese con soprannomi, parolacce e insulti, seguiti da derisioni per l’aspetto fisico o per il modo di parlare.

Ma c’è anche un altro aspetto da analizzare: le differenze tra bulli maschi e bulli femmine.

Già, perché tra le ragazze il fenomeno è in espansione.

I maschi, afferma l’indagine, utilizzano minacce fisiche, mentre le ragazze preferiscono usare le parole.

Ugualmente taglienti, visto che i commenti vengono fatti sia sull’aspetto fisico che sulla reputazione della vittima.

Come contrastare questo fenomeno?

Il dossier dell’Università Niccolò Cusano fornisce anche alcuni consigli su come evitare che simili fenomeni avvengano.

Innanzitutto, ogni volta che si ha sentore di un fatto di bullismo, è importante chiamare il 114 (Emergenza Infanzia) o il Telefono Azzurro.

È molto importante anche non cadere nelle provocazioni, non fornire dati sensibili e non accettare incontri con persone conosciute online.

Non postare foto in atteggiamenti provocanti, cosa molto di moda tra i più giovani, è un accorgimento che non viene mai ribadito abbastanza.

La prevenzione del cyberbullismo è diventata argomento di discussione anche in Parlamento.

Al vaglio delle Camere c’è infatti una legge che permetta a chiunque di chiedere al gestore di un sito l’oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti che costituiscono cyberbullismo.

Nel caso in cui il gestore non provvedesse, il Garante potrà intervenite direttamente entro 24 ore.

Un progetto che ha dato il via ad una discussione tra posizioni contrastanti.

A favore della legge si schiera l’Avvocato Meazza il quale sostiene:

“Il provvedimento introduce una serie di misure a carattere educativo e formativo finalizzato a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani del disvalore di comportamenti persecutori”.

Ma c’è anche chi, come il giornalista Arturo Di Corinto, è di opinione diversa:

“La legge potrebbe essere usata contro la libertà di espressione in rete”.

Il dibattito è aperto.

cyberbullismo-img

di Massimo Pacetti

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