Europa: pacchetto energia/clima 2030

Obiettivi ecosostenibili: traguardi ben precisi da raggiungere entro il 2030

Le condizioni energetiche e climatiche del nostro pianeta hanno bisogno di essere cambiate. Questo è ciò che deve aver pensato la Commissione Europea quando ha annunciato di avere dei traguardi ben precisi da raggiungere entro il 2030, che mirano a rendere l’economia e il sistema energetico più competitivo, stabile e sostenibile.

Si vogliono ridurre gli sprechi, incentivare lo sviluppo delle rinnovabili e ridurre le emissioni inquinanti, grazie alle norme entrate in vigore da quest’anno.

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L’Europa si muove in una prospettiva che guarda al futuro per quanto riguarda lo sviluppo e si propone degli obiettivi:

  • Ridurre gli sprechi, migliorare la produttività e l’efficienza degli apparati energetici attuali. Questa norma può essere ancora rivista in conclusione della Trattativa sull’Efficienza Energetica, si presume a fine 2014.
  • Altro punto importante è la riduzione di almeno il 40% dei gas climalteranti prodotti dai cittadini dell’UE rispetto ai valori del 1990 e si vuole scendere ancora almeno all’80% entro il 2050.
  • Aumentare la condivisione delle energie rinnovabili di almeno il 27%. Il settore delle rinnovabili è un percorso fondamentale se si vuole normalizzare il clima del nostro paese. Non esiste nessun sistema preimpostato che le nazioni dovranno seguire per omologarsi, ma ogni paese avrà la possibilità di gestire le rinnovabili a seconda delle proprie caratteristiche territoriali e climatiche.
  • Sono stati proposti alcuni metodi per valutare in maniera dinamica i cambiamenti di mercato sulle energie. Si vogliono incrementare le interconnessioni tra i Paesi Membri.
  • Ci saranno più possibilità di mettere a confronto i costi che riguardano il consumo di energia con quelli di altri paesi, per fare delle stime e come sempre ridurre gli sprechi.

Se si pensa che in Italia una delle spese maggiori è quella per l’importazione del petrolio, ci si “rizzano” i capelli. Questo è quello che succede anche alla Commissione Europea, che ha ufficializzato queste regole anche per limitare l’abuso di petrolio, una risorsa cara, limitata e molto inquinante.

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Questo pacchetto clima/energia 2030 è paragonabile, se non altro per gli intenti, al protocollo di Kyoto (riduzione delle emissioni di CO2), protocollo al quale le nazioni europee non solo hanno aderito immediatamente, ma ne sono organo pulsante ancora oggi. Gli Stati Uniti, che da soliti rappresentano il 32% delle emissioni di CO2, non hanno ancora aderito alla causa (Clinton firmò, ma G.W. Bush ne annullò la firma una volta divenuto presidente) e la Russia ne è entrata a far parte da poco; in totale si stima che ad oggi circa il 62% dell’anidride carbonica rilasciata nell’aria ogni anno nel mondo è controllata dal protocollo di Kyoto, applicando delle limitazioni per evitare il surriscaldamento della terra.

Fa piacere sapere che l’Europa e con lei il resto del mondo voglia andare nella direzione giusta, come in un collettivismo globale che scalda i cuori della gente, ma non brucia il pianeta.

di Fabio Benedetti

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