Il supermercato della bellezza

La metà degli interventi chirurgici richiesti andrebbero rifiutati: non servono o sono addirittura dannosi

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Il Comitato Nazionale di Bioetica dice no agli interventi di chirurgia estetica invasivi. Non bisogna dire sempre si al paziente, quando è necessario serve lo psicologo. È facile capire come la bellezza possa diventare una lama a doppio taglio e non limitarsi a essere solo un dono esteriore di cui andare fieri. Oggi la ricerca della perfezione estetica rasenta i limiti della maniacalità anche a causa del martellante influsso che i media hanno sugli usi e costumi contemporanei. Il risultato è che il raggiungimento di questi canoni estetici è diventato una delle priorità assolute delle giovani donne occidentali. Sedicenti chirurghi estetici spesso, si pongono come primo obiettivo, l’immediato guadagno e trascurano l’aspetto etico del proprio agire che, per correttezza deontologica, non bisognerebbe mai dimenticare. Ecco allora fare la fila negli ambulatori medici splendide ragazze, spesso anche minorenni, desiderose di rifarsi il seno come Pamela Anderson piuttosto che delle labbra prominenti come Angelina Jolie. Il fenomeno, a livello nazionale, sta assumendo delle proporzioni allarmanti. Ricorrere alla chirurgia plastica al mondo d’oggi diventa un’ancora di salvezza, un porto dove depositare ansie e frustrazioni del proprio vivere. È una tendenza che coinvolge sia uomini che donne, di tutte le età e, quello che spaventa di più, è l’aumento delle giovanissime, con corpi ancora acerbi, spinte da mamme pronte a tutto pur di vederle top model o show girl. A questo punto allora qual è lo spartiacque per dividere gli interventi inutili e lesivi alla propria persona da quelli mirati e intelligenti? Il paziente ideale per un intervento di chirurgia estetica è quello che ne può fare a meno. Sembra una contraddizione in termini, ma in realtà chi è cosciente del proprio inestetismo, vive un rapporto distaccato con il proprio difetto e, al di là del compiere o meno l’operazione, ha ugualmente un buon rapporto con il proprio corpo. Se decide di sottoporsi a un intervento è solo per migliorarsi e non per cambiare se stesso, questa è un’importante conferma per l’autostima. Più che labbra prominenti e seni abnormi, per esempio, sono utili gli interventi per ridistribuire i volumi corporei. In questo settore la medicina rigenerativa ha compiuto passi da gigante e adesso è possibile riparare tessuti, rigenerare cellule per ripristinare caratteristiche e funzioni perdute a causa di malattie, difetti congeniti, traumi e invecchiamento. È competenza del chirurgo quindi , valutare ogni caso singolarmente, e intervenire solo quando si potrà ottenere una modifica armoniosa e naturale dell’aspetto fisico, senza cambiamenti eccessivi che risultano artefatti.

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