“Nino!” rivive a Roma

Al museo di Roma Palazzo Braschi una mostra dedicata a Nino Manfredi.

Nato a Castro dei Volsci (Frosinone) nel 1921, Nino (Saturnino) Manfredi è passato dal teatro di rivista alla commedia musicale, dal cinema alla tv, dalla recitazione alla regia.
I momenti della vita artistica, ma anche privata, di uno degli attori più emblematici e popolari del cinema italiano, Nino Manfredi, a 10 anni dalla sua scomparsa (4 Giugno 2004).
Foto, testimonianze, compreso un super 8 girato in famiglia, un’esposizione multimediale che offre foto di set, ma anche ricostruzioni di ambienti e caroselli a cui ha fatto da testimonial. ‘Nino!’ è il titolo della mostra al Museo di Roma Palazzo Braschi dal 13 Novembre al 6 gennaio, con lo scopo di accompagnare lo spettatore attraverso un viaggio alla riscoperta dell’artista che ha regalato al mondo del cinema e dello spettacolo interpretazioni memorabili.
Dalla ricostruzione del salotto della casa romana dell’attore con l’amata poltrona, la tv, il cavalluccio a dondolo in legno dei suoi figli quando erano bambini, alle foto e testimonianze dei suoi film più celebri, a cominciare da quelle inedite delle avventure di Pinocchio di Comencini con una splendida Gina Lollobrigida (Fata turchina).

La rassegna ‘Nino!’

La rassegna ‘Nino!’ è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Sovrintendenza Capitolina, da Dalia Events e Dalia Association che la curano in collaborazione con Onni ed ExNovo, e sostenuta dalla famiglia Manfredi.
“Ho avuto la fortuna e il privilegio di vivere accanto ad un grande attore ed essere testimone della sua ininterrotta ricerca espressiva per quasi mezzo secolo- spiega la moglie Erminia – Oggi sono felice che a quasi 10 anni dalla sua scomparsa, vi sia la possibilità di condividere la memoria di Nino con questa mostra inedita per la quale ho messo a disposizione con gioia molto di quanto ha lasciato all’archivio privato della sua famiglia. Mi auguro che grazie a questo anche i più giovani possano conoscere il lavoro di mio marito, un uomo e un grandissimo artista che ha segnato la sua epoca con tante indimenticabili interpretazioni, con la sua ironia, il suo umorismo e la sua umanità”.

MANFREDI

In sottofondo durante il percorso della mostra per la prima volta in esclusiva la canzone inedita che l’attore cantò prima della sua morte: nel dicembre del 1997 Nino Manfredi s’innamorò al primo ascolto della canzone “Non lasciare Roma ” e volle inciderla. Grazie al produttore e musicista Claudio Zitti questo fu possibile.

Rassegna fotografica e multimediale suddivisa in 10 sale

Gli autori sono due colonne portanti nel panorama della musica italiana: Mario Panzeri e Franco Fasano. Una rassegna fotografica e multimediale suddivisa in 10 sale, ad ognuna delle quali il compito di raccontare una delle tante sfaccettature di questo artista e arricchita dalle testimonianze di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo come Gianni Canova, Enrico Brignano, Ornella Vanoni, Alessandro Benvenuti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Pietro Abate e Alberto Panza insieme a quelle dei figli Roberta e Luca. L’esposizione presenterà anche il documentario realizzato da Willy Colombini durante la tournée americana del Rugantino del 1964.

Il figlio Luca, che ha realizzato il documentario ‘Ottant’anni da attore’ spiega: ”E’ un viaggio a ritroso nella carriera di Nino Manfredi: attore, doppiatore, soggettista, sceneggiatore, regista, autore di commedie teatrali e cantante, partendo dai festeggiamenti per i suoi ottant’anni, nel marzo del 2001. Il film è stato realizzato con l’amichevole partecipazione di Massimo Ghini -nella funzione di intervistatore- e del critico Gianni Canova, che mi hanno aiutato a compiere un’ “esplorazione” nella memoria artistica di mio padre, arricchita da testimonianze, contributi d’archivio, filmati e racconti inediti. Se dovessi trovare un termine che lo definisca come uomo di spettacolo, direi che Nino era un “artigiano”, innamorato del suo lavoro per il grande impegno che metteva in tutto quello che faceva”.
Alessia Locicero

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