Aprilia presente al convegno sugli “schiavi di Hitler” a Roma.

Il convegno ha raccontato le storie degli IMI nei lager. Presenti le famiglie dei deportati, tra cui i parenti di Arnolfo Calandrelli, residenti ad Aprilia.

Si è tenuto l’11 luglio presso il presso il Museo ANRP “Vite di IMI 1943-1945” a Roma il convegno intitolato “Storia, memoria e oblio dell’Internamento”.

L’incontro è stato presenziato dagli studenti del corso di Storia Sociale e Culturale della Sapienza, che hanno letto le loro relazioni sugli internati militari italiani all’interno dei lager nazisti. Molti familiari di questi militari erano presenti in aula, seguendo con attenzione le sotrie dei loro parenti, chiamati “gli schiavi di Hitler”. Furono oltre 600. 000 i soldati italiani che dopo l’armistizio dell’Italia annunciato l’8 settembre 1943 rifiutarono di continuare la collaborazione con i tedeschi e pertanto vennero catturati e deportati nei campi di concentramento nazisti. Il loro status non fu quello di prigionieri di guerra, per cui vennero sottratti alla tutela della Croce Rossa Internazionale. Considerati “traditori” furono obbligati a svolgere lavori particolarmente pesanti e pericolosi, esposti al rischio dei frequenti bombardamenti. 

Tra gli argomenti trattati la difficile quotidianità degli IMI  combattendo contro fame, freddo e malattie; il lavoro coatto; la civilizzazione; la cultura degli IMI nelle “società dei lager”; il tema della religiosità, ancora di salvezza nella speranza della liberazione; l’arte nelle sue forme più variegate: molte le composizioni artistiche realizzate  con materiali di fortuna: manufatti, dipinti e disegni pervenuti quasi intatti fino a noi ed esposti nelle sale del Museo; la musica quale momento di evasione e socializzazione; la passione per la fotografia.

E’ stata ascoltata anche la testimonianza di Livio Pedron, classe 1923 e residente a Formia, deportato nello Stammlager XVII in Austria ed insignito nel gennaio scorso di Medaglia d’Onore IMI dal Presidente della Repubblica Mattarella.

Presente al convegno anche una piccola ‘rappresentanza di Aprilia, grazie alla storia di Arnolfo Calandrelli, catturato in Albania dopo l’8 settembre 1943 e deportato in Germania morì (presumibilmente di tubercolosi) il 12 giugno 1944 presso lo Stalag VI A di Hemer- Hisirlon. Una lettera di Arnolfo è stata donata al Museo, lettera consegnata dalla nipote Milva, insieme al resto della famiglia tra cui la nipote Vania Calandrelli, residente ad Aprilia.

Tra le storie degli IMI si è evidenziata quella di Ernesto Bonacini catturato in Grecia sebbene sofferente di malaria ed internato nel Reserve–Lazaret di Zeithain in Germania, distaccamento dello Stalag IV B di Mühlberg a circa 30 km da Dresda, tristemente noto come “campo di morte”.

F.Z.

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