Ecosia, il Google ambientalista e solidale fa sul serio.

Un motore di ricerca che usa i soldi della pubblicità per piantare alberi, con ricadute anche sull’economia. La sfida è impari, ma i numeri stanno crescendo.

 

Non sono tante le buone azioni che si possono fare con minimo sforzo, seduti comodamente in casa propria. Dopo l’entusiasmo ingenuo dei primi anni del web, non si crede più alle petizioni online, e le persone sono sempre meno convinte che i like e retweet possano davvero cambiare il mondo.

Ma fare ricerche su Internet, paradossalmente, potrebbe essere un mezzo efficace per combattere il riscaldamento climatico. Il tutto grazie a Ecosia, un motore di ricerca che utilizza l’introito della pubblicità per piantare alberi.

L’idea è semplice e geniale: quando si clicca su un link sponsorizzato o un annuncio, Ecosia viene pagato dall’azienda. Ma invece di tenersi i soldi, li investe in alberi: l’associazione non profit tedesca dietro Ecosia da anni sta finanziando progetti di riforestazione in Brasile, Peru, Marocco, Madagascar, Spagna, Indonesia, Burkina Faso.

I progetti di riforestazione sono organizzati in collaborazione con altre no profit, in modo che il lavoro venga svolto dalle comunità locali, che potranno quindi anche godere dei frutti degli alberi, della riqualificazione del terreno e di quella dei corsi d’acqua.
Piantare alberi è infatti un ottimo modo per dare sostenibilità a interi villaggi che vivono in zone desertiche o desertificate: combatte l’erosione del suolo, attrae gli animali, fornisce raccolto stagionale di fiori, frutta e foglie, rigenera i corsi d’acqua sotterranei aiutando anche la coltivazione di orti.

Chiara Ruocco

 

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