Ampliamento RIDA, Borace: non servono le lacrime di coccodrillo, i Sindaci del Lazio i primi responsabili.

La Regione Lazio, con determinazione n. G07906 del 06/07/2020, autorizza l’ampliamento dell’area di stoccaggio a servizio delle attività industriali della RIDA.

 

 

‘’ Leggo con il sorriso – commenta Daniele Borace – i vari comunicati stampa che si sono susseguiti dopo la pubblicazione della determina regionale. Improvvisamente – prosegue l’attivista ambientale di OrsoGreen – si è scatenata una rincorsa ad addossare le colpe di questa ‘’sconfitta’’ ai propri avversari.

In realtà, quest’ultima decisione della Regione Lazio è figlia di una cattiva gestione dei rifiuti da parte dei Comuni del Lazio. In particolar modo di quelle Amministrazioni Comunali che ancora oggi faticano ad arrivare al 65% della raccolta differenziata. Questi Comuni producono tonnellate e tonnellate di RUI (rifiuti indifferenziati) che devono essere trattati in impianti specifici, come il TMB della RIDA. A questo si deve aggiungere un atteggiamento morbido, in molti casi, delle amministrazioni comunali in sede VIA, durante l’iter autorizzativo di nuovi impianti e/o varianti, come nel caso RIDA.

Durante la lettura della determina regionale ci sono dei punti che meriterebbero un approfondimento. Per fare qualche esempio non è chiaro perché il Comune di Aprilia non abbia sollevato un fattore escludente nella mancata presentazione d’idonea attestazione in merito alla inesistenza di diritti di uso civico.

Per quanto riguarda le osservazioni presentate dal Comune di Aprilia preferisco non esprimere giudizi, mi è dispiaciuto molto leggere ‘’ il parere comunale ha gravemente travisato alcuni elementari dati istruttori’’ o ‘’ e vengono inspiegabilmente posticipate’’ nella risposta data da RIDA. Certamente non fa piacere leggere che tutte le osservazioni sono state ritenute non probanti, e quindi cassate.

Questa debolezza Istituzionale non aiuta la conservazione del nostro territorio, sempre più a rischio ambientale. L’iter procedurale è stato aderente alla normativa in corso, forse l’unico appunto è l’assenza dell’indicazione della durata della messa in riserva dei rifiuti.


La mia preoccupazione riguarda i tempi di avvio ad operazioni di recupero dei rifiuti CER 19 12 12 autorizzato in D15, che sono gli scarti non
riciclabili originati dalle attività del TMB.

Proprio su questo codice CER si sta dibattendo molto in Italia, viste le difficoltà di collocamento e i relativi costi elevati.

Il rischio è di ritrovarci una vera e propria discarica che cresce nel tempo con nuove richieste di ampliamento.

La questione ruota intorno a questo punto: lo stoccaggio è richiesto laddove si ha difficoltà a collocare il prodotto trattato.

Possiamo continuare ad incolpare l’un l’altro od iniziare a ragionare, in maniera seria, su politiche di riduzione dei rifiuti, soprattutto dei RUI.

Se ci pensiamo, nei TMB, come quello di RIDA, vengono conferiti i rifiuti indifferenziati di quasi tutti i Comuni Laziali. Riducendoli, diminuiranno i quantitativi e diventeranno più gestibili.

Le debolezze Istituzionali si possono superare con strumenti regolamentati, come auspicato più volte dal sottoscritto, dove i cittadini sono parte integrante dei processi decisori.

La materia è complessa e nelle pieghe delle normative si possono riscontrare quegli elementi utili alla difesa e tutela del territorio.

Con una reale sinergia – conclude Borace – si possono ottenere risultati importanti per migliorare la qualità della vita dei cittadini e del territorio. ’’

Chiara Ruocco

 

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