Aprilia, il fenomeno prostituzione dilaga

Scenari sconfortanti alle porte di Aprilia

Nonostante l’ordinanza del Sindaco adottata per frenare il fenomeno della prostituzione e per scoraggiare i clienti, non ha avuto per il momento gli effetti desiderati. Oramai da qualche giorno le lucciole stanziano stabilmente alle porte di Aprilia, fuori dal supermercato Eurospin sulla Nettunense e nei pressi del distributore Eni. Il covo delle squillo è ad una manciata di metri dall’entrata del centro storico di Aprilia.

Grande preoccupazione si dilaga tra i residenti del quartiere Grattacielo, i quali da qualche giorno sono costretti a convivere con questo scenario. Una situazione che sembra non trovare rimedio nonostante l’ordinanza del Sindaco emessa a dicembre: “L’ordinanza è stata già comunicata alla Prefettura, stiamo solamente aspettando che ci dia il via libera per metterla in pratica. La situazione, purtroppo è questa; da 2/3 anni ci siamo inventati questa ordinanza per cercare di limitare i danni. Il massimo che possiamo fare per il momento è questo; l’ordinanza è stata concepita perché effettivamente un problema esiste. La stessa ordinanza prevede una sanzione di 400 euro per le meretrici e per i clienti”.

Nel nostro territorio il fenomeno della prostituzione è in vistosa ascesa, considerando anche le ormai note postazioni di Via Pontina Vecchia, Via Carano, Via Nettunense (soprattutto nella parte vicino al litorale romano) e Via Selciatella, attualmente si sono spostate sempre più verso le porte della città, gravando anche sulla viabilità ordinaria e sul decoro urbano. In passato non era mai successo che le lucciole si avvicinassero così tanto al’ingresso di Aprilia e soprattutto all’esterno dei supermercati, che secondo le stesse è più facile conquistare i clienti.
La Via Nettunense, una strada molto trafficata specialmente d’estate, è diventata da parecchi anni teatro di questi disgustosi scenari, che compromettono la sicurezza, il decoro ed incidono anche su questioni di natura etica e morale, pilastri per una società civile.

Melania Orazi