Discarica Borgo Montello: spariti soldi dei cittadini

Arrestato Andrea Grossi, figlio di Giuseppe, il “re delle bonifiche”

A Borgo Montello non è una novità, tutti sapevano che dietro le quinte del “teatro discarica”, composto da pessimi attori truffaldini, covava qualcosa di sospetto. Ma la voce dei cittadini è rimasta inascoltata troppo a lungo ed a macchia d’olio le pessime condizioni ambientali e salutari del luogo abbattevano uno dopo l’altro i residenti. Quest’ultimi, grazie all’efficace e al fondamentale sostegno di Giorgio Libralato, hanno trovato sempre la forza di reagire. Il personaggio che risiede in Giorgio Libralato (ecologista esperto) ha ricoperto nel tempo pagine e pagine di blog e giornali locali: il suo temperamento contro le vicissitudini della discarica di Borgo Montello, ha spinto il Tar e la Procura di Latina ad intervenire, sia contro l’amministrazione latinense che contro la Regione Lazio.

Una storia sorprendente questa che ha portato all’arresto di Andrea Grossi, figlio di Giuseppe, il “re delle bonifiche” coinvolto nell’affare Montecity-Santa Giulia. E’ la storia di una montagna di soldi occultati dalla società Green Holding, che servivano per la bonifica ed il risanamento della discarica di Borgo Montello, di proprietà della Indeco, ma che invece sarebbero stati utilizzati per altri fini. Circa 34 milioni di euro serviti per portare a termine operazioni finanziarie in società di diritto lussemburghesi. Inevitabile la denuncia da parte del giudice che ritiene “inspiegabile l’inerzia” di quanto è accaduto e presumibilmente di quanto poco è stato fatto dagli organi amministrativi deputati al controllo di queste vicende, in primis la Regione Lazio.
Sei dirigenti del gruppo Green Holding e della società Indeco sono stati arrestati dalla procura di Latina con l’accusa di peculato: Andrea Grossi, consigliere di amministrazione del gruppo con sede a Segrate; Ernesto D’Aprano, Stefano Lazzari e Antonio Romei, presidente e consiglieri del Cda di Indeco; Vincenzo Cimini, consigliere di Green Holding e Paolo Titta, “amministratore di fatto” del gruppo Green Holding. Per i dirigenti agli arresti domiciliari il giudice ha predisposto il braccialetto elettronico e ha proibito loro di comunicare con l’esterno.

Discarica Borgo Montello

Discarica Borgo Montello

Le indagini da parte della polizia di Latina, nascono dopo ripetuti esposti e segnalazioni da parte dei comitati locali contro l’inquinamento ambientale della discarica ed i miasmi che da essa derivano. Ciò ha spinto gli inquirenti a posizionare una telecamera all’ingresso dell’impianto Indeco di Borgo Montello. Da qui è stata fatta luce su alcune vicende legate allo smaltimento dei rifiuti laziali, e le pressioni del presidente di Indeco per far autorizzare l’ampliamento dell’impianto, che – si legge in un’ordinanza – sarebbe stata accettata da parte dell’amministrazione regionale. La stessa discarica tuttavia è stata oggetto dell’ultima “sgridata” da parte dell’Ue, la quale ha dichiarato il nostro Paese inadempiente per la gestione dei rifiuti laziali.
Lo svolgimento dei fatti. La Indeco distrae il denaro dei contribuenti destinato alla messa in sicurezza e bonifica del compost, che per legge lo dovrebbe fatturare e utilizzare quando la discarica sarà chiusa. Invece la stessa società finanzia la Green Holding, la Rea Dalmine e la Marzano per circa 34 milioni di euro, denaro che verrà poi girato a tre società lussemburghesi.
Secondo le indagini l’ampliamento dell’impianto di Borgo Montello potrebbe consentire un’ulteriore distrazione di somme di denaro, le quali garantirebbero nuovi provvigioni ai dirigenti dopo la chiusura della discarica. Il giudice ha quindi disposto il sequestro delle quote azionarie della Indeco per scongiurare altre distrazioni di fondi, che invece di utilizzare per la sicurezza e la tutela dell’ambiente, finivano nelle tasche dei privati, appagando così le loro bizzarre richieste: “Castelli, auto di lusso dal valore di 450 mila euro, appartamenti”, scrive il giudice.
Nel frangente i cittadini di Borgo Montello sono costretti a convivere con insopportabili esalazioni maleodoranti.

Melania Orazi

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