Decreto Sicurezza, APL dalla parte del Ministro Salvini

Il gruppo Aprilia in Prima Linea contro la fronda di Orlando: “Sindaci di sinistra solo per immigrati, guai a parlare di lavoro, disoccupazione e precariato”.

In questi giorni sta infiammando il dibattito circa il Decreto Sicurezza, provvedimento molto atteso e voluto dal Ministro degli Interni Matteo Salvini. I punti del testo che hanno accesso la discussione e mosso la fronda guidata dal sindaco di Palermo Orlando sono quelli relativi all’immigrazione, in particolare all’ “abolizione della protezione umanitaria“: alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi umanitari, i cittadini stranieri non potranno più iscriversi all’anagrafe. Ma la norma colpisce anche i minori non accompagnati (i quali hanno tutti il permesso di soggiorno per motivi umanitari), e gli stranieri che hanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Emanuele Campilongo del gruppo Aprilia in Prima Linea, dopo la presa di posizione di Possibile e la richiesta di questa inoltrata al primo cittadino (schierarsi dalla parte di Orlando), ha voluto esprimere il proprio punto di vista in un comunicato stampa:

Con estremo divertimento stiamo assistendo al movimento convulso e senza alcuna possibilità di concreto arrivo, simile a quello delle mosche imprigionate in un bicchiere, da parte della peggiore sinistra anti italiana di questa Nazione. Questi nervosi paladini dell’immigrazionismo forzato hanno paura di perdere l’ultima ragione che li tiene in piedi, la volontà di promuovere il meticciato in ogni sua forma. Facciamo una breve rassegna. Si passa dalla sconcertante pseudo rivolta di alcuni dei sindaci più bolliti e marcatamente di sinistra (solo in tema di clandestini però, guai a parlare di lavoro, disoccupazione e precariato) contro il Decreto Sicurezza, fino ad arrivare a chi vuole dare cittadinanze onorarie un tanto al kilo, chi fa le pulci agli edicolanti riguardo alla merce in vendita, e chi invita alla disobbedienza tanto per far finta di essere vivo.

Mentre questi paladini della società liquida e multietnica strepitano e si accalorano nella speranza di non sappiamo bene cosa, le nostre esigenze come popolo e come Comunità spariscono dalle prime pagine dei giornali e dai tg. Si da voce a chi in questi anni è stato protagonista dello sfacelo della Nazione e delle comunità locali, promuovendo una immigrazione di massa ormai divenuta sempre più invasione, facendo divenire le nostre città sempre più preda del degrado e della criminalità. A nulla valgono per costoro le legittime e sacrosante richieste di sicurezza dei cittadini. Meglio distrarre la gente sul presunto pericolo incarnato da leggi democraticamente promulgate e firmate, e da innocui pezzi di carta da appendere alle pareti piuttosto che parlare delle loro enormi responsabilità in tema di gestione politica sia locale che nazionale.

Essi hanno sostenuto ad ogni elezione, chi dalla legge Fornero al Jobs Act, ha distrutto e precarizzato migliaia di lavoratori, costretto 250mila giovani a emigrare all’estero, creato ad arte l’emergenza rifiuti per poi appiopparceli tutti a noi, reso le nostre città sempre meno decorose e sicure, tolto ogni speranza di futuro a tanti giovani. Su questi temi nessuna parola. Invece strillano come non mai ogni volta che la nostra Comunità riscopre l’orgoglio dell’appartenenza, la bellezza della propria identità, il fascino della tradizione e la volontà di ripartire da se stessa. Questi alfieri della dissoluzione al grido di “ama il prossimo tuo, solo però se non è italiano”, non hanno mosso un dito contro leggi palesemente impopolari e liberticide anzi, le hanno appoggiate nella speranza (dal forte sapore questurino) d’impedire il dissenso con metodi polizieschi, e che ciò potesse mantenere in vita il loro mondo marcio ormai destinato a crollare. Non fanno un fiato anche quando sono proprio le elite culturali allogene residenti in Italia a sbugiardarli, come accaduto da noi ad Aprilia ad opera del responsabile della Comunità Camerunense.

Ed è questo per fortuna che sta accadendo con nostra somma soddisfazione, la fine indegna e vergognosa di politiche auto razziste nei confronti degli italiani, colpevoli della dissoluzione tutt’ora in atto e che finalmente si sta cercando di combattere. Il moderno sovranismo sta spazzando via questi sepolcri imbiancati, facendo proprie le istanze di quelle che una volta venivano rappresentate dalle categorie della destra e della sinistra più sociali, e che ora si possono riassumere con il dualismo “popolo contro elite finanziaria”, “identità contro globalismo”, “sovranità contro ingerenza esterne”. Tanti saluti al “civismo” distante dalle segreterie politiche, basta vedere Aprilia e Latina sempre più nelle braccia della peggiore sinistra immigrazionista senza consensi ma con tante parole. E intanto siamo diventati l’hub dei rifiuti di mezza Italia e della Capitale. Ai novelli “disobbedienti a targhe alterne” consigliamo di dare una letta all’art. 415 del cp che recita “Chi pubblicamente istiga alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico, è punito con la reclusione da 6 mesi fino a 5 anni”. Non sia mai che qualche toga ritenga d’intervenire.

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