Il Consigliere Porcelli delusa: “Un peccato non educare sulla figura di Menotti Garibaldi”

Il Consigliere Carmen Porcelli ed il giornalista Gianfranco Compagno hanno deposto una corona di fiori in ricordo di Menotti Garibaldi al Monumento ai Caduti

Il Monumento ai Caduti è stato dedicato per qualche momento al ricordo di Menotti Garibaldi.

Questa mattina, infatti, il Consigliere Carmen Porcelli ed il giornalista Gianfranco Compagno hanno deposto una corona di fiori in Piazza della Repubblica per ricordare il 104° anniversario della scomparsa del primogenito di Giuseppe Garibaldi.

“Si tratta di una celebrazione simbolica – ha affermato Compagno, che ha ricoperto anche il ruolo di Presidente del Comitato per il Gemellaggio con Mostardas, città natale di Menotti -.

Purtroppo non abbiamo potuto farla a Carano, che da un po’ di tempo è diventata off-limits.

Ci era stato addirittura chiesto di concordare i discorsi, ma noi ci teniamo alla libertà di espressione”.

E così il Consigliere Porcelli ha potuto esprimere tutto il suo rammarico per la contrapposizione che si è venuta a creare con la famiglia Ravizza Garibaldi.

La quale, nella stessa mattinata di oggi, ha celebrato nella chiesa di Carano una commemorazione dell’illustre avo in una forma più privata:

Non si tratta di una nostra contrapposizione alla famiglia Ravizza Garibaldi – ha spiegato il Consigliere -, quanto piuttosto una loro contrapposizione nei nostri confronti.

Ritengo sia un grande peccato non educare i giovani ad una figura invece importante come quella di Menotti Garibaldi.

Quella celebrata a Carano è stata una cerimonia aristocratica, ristretta ed esclusiva.

Ringrazio gli eredi per il mancato invito, in fondo non ci sono punti di incontro tra di noi.

Ma penso sia stato grave non invitare Gianfranco Compagno, che tanto si è speso per Menotti Garibaldi.

Lo ritengo un gesto di maleducazione e di ignoranza nei confronti della storia e della figura di Gianfranco.

Spero che la tenuta possa tornare ad essere un luogo di cultura aperto a tutti“.

I motivi del dissidio

I rapporti incrinati tra le parti hanno un preciso punto di origine.

Ovvero il progetto che la famiglia Ravizza Garibaldi ha nel cassetto per far diventare Carano un centro residenziale:

“Il terreno circostante la tomba di Garibaldi – ha ricordato il Consigliere Porcelli – ha cambiato più volte destinazione d’uso.

Da terreno agricolo a terreno edificabile.

Ora sembra che questo progetto di costruire un centinaio di villette stia tornando in auge.

Da questo punto di vista trovo pericolosa la presenza del Sindaco alla celebrazione di questa mattina.

Vorrei però soffermarmi sull’evanescente figura dell’Assessore all’Urbanistica.

Qual’è la sua idea di territorio e di comunità?

Perché invece di pensare ai problemi di Aprilia, se ne va in Calabria a studiare il Palio degli Asini?

Per riproporlo anche qui?

L’unico collegamento che ci vedo io – ha proseguito la Porcelli – riguarda il servilismo che la figura dell’asino evoca.

Ci vorrà molto coraggio per impedire la costruzione del complesso edilizio progettato per Carano”.

La contrarietà a questo progetto è stata ribadita anche da Gianfranco Compagno:

“Penso che la crisi del settore edilizio da questo punto di vista ci abbia aiutato.

Anzi, ci abbia salvati.

Spero che Carano possa rimanere così com’è.

Non mi piace proprio il progetto delle villette con vista tomba“.

Il rapporto con Mostardas

Come detto, Gianfranco Compagno ha guidato il comitato nato per creare il gemellaggio con Mostardas, città natale di Menotti.

Un rapporto, quello tra le due città, che però non è mai decollato davvero:

Al di là delle celebrazioni del ventennale dello scorso anno – ha confermato Compagno – non ci sono mai stati rapporti con la città di Mostardas.

Fondamentalmente mantengo io i rapporti con la città brasiliana, tramite Elma Santana, all’epoca molto attiva per creare il gemellaggio.

So che ogni anno vengono fatte celebrazioni in ricordo di Menotti Garibaldi, sia nell’anniversario della nascita che in quello della morte.

Nonostante Garibaldi sia vissuto solo per due anni in quella città.

Un’altra cosa che non comprendo – ha concluso il giornalista – è perché si scelga una cerimonia religiosa per ricordarlo.

In fondo stiamo parlando di un ateo, questa sua posizione credo meriti un maggior rispetto”.

di Massimo Pacetti

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