Aprilia in Prima Linea: in primo piano l’ambiente

A quasi due mesi dall’incidente della Eco X incontriamo il coordinatore di Aprilia in Prima Linea Emanuele Campilongo

A circa due mesi dal disastro ambientale scatenato dalla Eco X abbiamo incontrato Emanuele Campilongo per discutere riguardo alcune problematiche ambientali.

Essendosi Apl sempre distinta sul tema ambientale, ci può spiegare quali sono le conseguenze sul nostro territorio?

Le conseguenze riguardanti il nostro territorio purtroppo non sono solo in seguito alla Eco X.

Non ci dimentichiamo che il nostro è un territorio già pesantemente segnato.

Il caso Eco X si è aggiunto a situazioni storiche che vedono impegnato il nostro territorio dovute a mancata cura del territorio stesso.

Problematiche che si sono inevitabilmente riflettute sulla salute dei cittadini.

Ma nonostante tutti i campanelli di allarme, nonostante i dati certi che riguardano l’incidenza tumorale, la mortalità, le problematiche evidenti, non c’è mai stata una inversione di tendenza.

Il caso Eco X altro non è una goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Nessuno dice che l’Eco X abbia rovinato il territorio.

Il territorio è già rovinato.

Chi si è interessato alle problematiche ambientali solo di recente, non ha capito che il problema ambientale non può essere solo un tema da campagna elettorale.

Deve essere un tema di politica quotidiano.

Ma che si veda.

Il cittadino ha bisogno di vedere interessamenti concreti.

A meno che chi si occupa della gestione del territorio non chiarisca e informi i cittadini sulle reali criticità che interessano il territorio stesso.

Il cittadino deve essere informato sui rischi che corre nel vivere in un territorio compromesso come il nostro.

Gli organi preposti hanno detto che dall’incendio Eco X i livelli di diossina si sono notevolmente innalzati, ma tutto questo può produrre nell’arco di decennidei rischi.

Noi siamo a circa 20 km, qual’è l’incidenza sul nostro territorio?

Avete consultato un esperto?

Noi siamo stati in Senato, in Commissione Ambiente accompagnati da Giorgio Libralato, ambientalista e tecnico di fama conosciuta.

Inoltre con noi c’era la dottoressa Simonetta Rossi Espaniet dell’AIAS che è specificatamente esperta nel settore.

Ma noi non abbiamo voluto studiare esclusivamente ciò che l’Eco X ha provocato.

L’Eco X deve servire esclusivamente come monito.

Di situazioni come la Eco X ce ne sono decine, ma noi non siamo informati di nulla.

Un mese fa abbiamo fatto protocollare in 8 comuni del circondario una richiesta di accesso agli atti per sapere la mappa dei siti che lavorano i rifiuti sul nostro territorio.

Non conoscendo la quantità dei siti, non abbiamo idea neanche di quanti atti ispettivi le amministrazioni abbiano effettuato presso questi centri.

Solo i Comuni di Anzio e Pomezia hanno risposto.

Una domanda ce la vogliamo fare?

Sminuire che ci sia una correlazione diretta tra l’incidenza tumorale e i territori dove ci sono trattamenti di rifiuti, è sbagliato.

Chi ha deciso il “Piano industriale” del nostro territorio?

O meglio, chi ha deciso che negli ultimi dieci anni sul nostro territorio dovevano proliferare questo tipo di aziende e non altre?

Qualcuno a scelto qualcosa?

I cittadini ne sono informati?

Inoltre vorrei ricordare che tutte queste aziende di stoccaggio si stanno avvicinando nell’allocazione ad aziende già preesistenti a rischio seveso.

Questi siti rischiano di essere l’innesco di esplosioni molto più gravi e qualcuno li sta autorizzando in maniera criminale.

Quale sarebbe una giusta politica ambientale per evitare tutto questo disastro?

Lo diciamo da quattro anni.

Prima di tutto un blocco trentennale delle nuove autorizzazioni per quanto riguarda aziende del ciclo dei rifiuti.

Basta costruire aziende del genere sul nostro territorio.

Quelle che abbiamo sono più che sufficienti, avanzano anche.

Inoltre c’è bisogno di una mappatura seria e puntuale di ciò che c’è nel territorio e dei controlli forti che siano pubblici ai cittadini.

I cittadini devono essere informati.

Ci vuole coraggio e trasparenza.

Non è solo l’Arpa a dover effettuare controlli.

Il Sindaco per legge è il responsabile della salute e della sicurezza dei cittadini.

Quindi è nelle corde delle Amministrazioni poter fare controlli ispettivi all’interno dei siti, anche solo sul carattere burocratico.

Siamo certi che tutte le aziende del ciclo dei rifiuti abbiamo le documentazioni in regola?

Inoltre c’è bisogno di una bonifica del territorio.

Per quanto riguarda le discariche a cielo aperto?Come si potrebbe risolvere il problema?

La differenziata nella nostra città è stata vissuta quasi come un atto di imperio da parte dell’Amministrazione.

Il problema è di carattere sia di gestione del territorio sia culturale.

È pur vero che in un territorio a forte abusivismo come il nostro non si può giocare a fare il comune del centro Nord.

Il grande problema è il controllo del territorio.

Qui è completamente assente.

Anche a livello dei sicurezza c’è bisogno di maggior controllo.

Ma non inteso solo sotto il profilo della videosorveglianza, il concetto si sicurezza è molto più ampio.

La videosorveglianza non è la panacea di tutti i mali.

di Anna Catalano

 

 

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